Da La Stampa del 14 settembre
1979
Lo straordinario record mondiale
di Pietro Mennea: 200 metri in 19"72
Una freccia azzurra a Città del
Messico
Giorgio Barberis (inviato speciale
Città del Messico): "I duecento metri più veloci della storia dell'atletica sono stati percorsi da
Pietro Mennea alle 15,20 di Città del Messico (23,20 italiane) di mercoledì 12
settembre durante le Universiadi. Una data che rimarrà memorabile per lo sport
come lo fu il 16 ottobre 1968 per il 19 "83 di Tommie «jet» Smith e come
lo è stato quest'anno il 15 agosto, quando a Zurigo Sebastian Newbold Coe
conquistò il primato mondiale dei 1500 metri in 3'32"1. Il record di
Mennea — 19"72. pari ad una media oraria di km 36.511 — è giunto persino
inatteso dopo il molto parlare dei giorni scorsi: l'azzurro, dopo la
dimostrazione di potenza fornita nelle gare pre-Universiade ed il limite
europeo segnato nelle batterie (19"96), in semifinale sembrava essersi
spento, aver perso smalto e freschezza. Il 20"04. tempo pur eccellente,
era maturato attraverso una brulla partenza e la stessa azione di corsa non era
piaciuta: una prestazione più «voluta» che ottenuta con fluidità di azione. Con
queste premesse, con un Mennea stanco per il duplice sforzo, non si pensava più
al record del mondo (...). Pietro Mennea amato e odiato, lodato e discusso, stavolta
ha messo tutti a tacere. Ed ha dimostrato di essere forte non soltanto in
pista, ma anche dopo, con dichiarazioni moderate, non lasciandosi prendere dal
facile entusiasmo, ma anzi temperando quello altrui. Nello sprint grande è il
campione che vince, ma ancor di più quello che sa ottenere il risultato
cronometrico: Mennea ha avuto la sua occasione e non l'ha sprecata. Il suo nome
da ieri si aggiunge a quelli di Owens, Berruti, Smith e Borzov nella storia
dell'atletica".
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