Ben Howard, venticinquenne cantautore inglese, ha pubblicato, poco più di un anno fa, il suo primo album, "Every Kingdom", che raccoglie un certo numero di brani in precedenza auto-prodotti.
I Brit Awards 2013,qualche giorno fa, l’hanno fatto trionfare come miglior artista emergente(British Breakthrough 2013) e come migliore interprete maschile (Best MaleSolo).
L’acclamazione della critica e i premi conquistati gli hanno permesso di raggiungere, in questi giorni, i primi posti nella classifica degli album più venduti nel Regno Unito.
Un nome poco conosciuto ai più, che è riuscito ad aumentare la sua popolarità durante la scorsa estate, grazie alla partecipazione a più festival Live.
Il suo repertorio riesce a spaziare, con disinvoltura e intimità, in territorio folk-pop con classiche ballate dal sapore anni ’70, attraverso melodie acustiche che ben si miscelano a sonorità elettroniche.
Alcuni brani, al primo approccio, possono apparire poco intensi, ma nel complesso i vari arrangiamenti sembrano ben pensati per esaltare la voce intimistica di Ben Howard e la qualità del suono prodotto dalla sua chitarra (e dei suoi arpeggi) è in grado di rendere interessanti e coinvolgenti i brani dell’album.
Un album armonico e di saporita qualità.
I Brit Awards 2013,qualche giorno fa, l’hanno fatto trionfare come miglior artista emergente(British Breakthrough 2013) e come migliore interprete maschile (Best MaleSolo).
L’acclamazione della critica e i premi conquistati gli hanno permesso di raggiungere, in questi giorni, i primi posti nella classifica degli album più venduti nel Regno Unito.
Un nome poco conosciuto ai più, che è riuscito ad aumentare la sua popolarità durante la scorsa estate, grazie alla partecipazione a più festival Live.
Il suo repertorio riesce a spaziare, con disinvoltura e intimità, in territorio folk-pop con classiche ballate dal sapore anni ’70, attraverso melodie acustiche che ben si miscelano a sonorità elettroniche.
Alcuni brani, al primo approccio, possono apparire poco intensi, ma nel complesso i vari arrangiamenti sembrano ben pensati per esaltare la voce intimistica di Ben Howard e la qualità del suono prodotto dalla sua chitarra (e dei suoi arpeggi) è in grado di rendere interessanti e coinvolgenti i brani dell’album.
Un album armonico e di saporita qualità.