Onore al merito.
Da alcune settimane l’album Bebel dei Mumford & Sons è
in vetta alla classifica dei CD più venduti in Gran Bretagna e negli Stati
Uniti.
Milioni di copie vendute.
Di questi tempi di magra non è roba da poco.
La band inglese, costituita da quattro talentuosi ventenni,
è al secondo disco e, nonostante le critiche severe da parte degli esperti del
settore, è riuscita a imporsi nel panorama internazionale.
Brit-pop moderno che non tenta nuove sperimentazioni ma che,
al contrario, si rifugia (con stile) in
vecchie melodie folk.
Probabilmente i tempi richiedono (almeno in una buona parte
degli ascoltatori) nostalgie acustiche ben supportate da cori, violini e banjo.
Al riguardo i Mumford & Sons sono all’altezza della
situazione, riuscendo a realizzare dei
brani melodici di buon impatto e ballate ben intonate.
La voce profonda di Marcus Mumford cerca di spaziare fra uno
stile evocativo (come ad esempio in Ghosts That We Knew o nella riedizione
della mitica The Boxer di Simon e Gurfunkel, con l’ausilio virtuoso di Jerry
Douglas e del suo drobo) e un’espressività grezza fatta di ritmi che tendono ad
accelerare (Wishpers in the Dark, Lover of the Light).
Gli ingredienti proposti dalla band possono sembrare non
molto innovativi ma una (nuova) ondata di vivace folk-rock non fa mai male.
Canzone del giorno: Not With Haste (2012) - Mumford & Sons
Clicca e ascolta: Not....