Gianluca
Nicoletti, giornalista e critico televisivo, cura on-line, per conto del
quotidiano La Stampa (lastampa.it), un blog dal titolo Obliqua-mente nel quale analizza
periodicamente fatti e situazioni che emergono dall’esperienza quotidiana.
Sulla
vicenda accaduta a Cittadella, che vede come protagonista il bambino conteso
fra due genitori e gli agenti di polizia che non hanno saputo ben gestire la
situazione, si è scritto tanto ma, soprattutto, si è sparlato molto grazie alla
complicità di televisione e network vari.
Nicoletti
commenta l’accaduto sotto una luce che merita attenzione: «Nessuna delle belle anime indignate per una sequenza di fotogrammi,
non certo piacevole da vedere, ma che mai e poi mai sarebbe dovuta essere stata
divulgata, riflette sul vero problema a monte di quel prelievo.
Quel ragazzino è l’ostaggio di
due genitori in guerra tra loro, una tristissima consuetudine che sempre più
spesso accompagna la fine di un matrimonio, materia che in Italia non è
regolamentata come in un paese laico e civile. Sarebbe questa un’occasione per
chiedersi perché quando l’amore finisce non è possibile chiudere un rapporto
matrimoniale in fretta e senza trascinarsi per anni in psicodrammi e
sceneggiate. Soprattutto senza che i genitori separati abbiano tempo e modo di
usare i figli come campo di battaglia per le loro vendette post coniugali.
Questa storia può solo confermare la nostra assuefazione a pensare che tutto
nasca e muoia in tv, con tanta gloria e visibilità per tutti, ma senza che
nulla mai cambi».
Canzone del giorno: Coffee and TV (1999) - Blur
Clicca e ascolta: Coffee....
Gianluca
Nicoletti, Obliqua-mente (lastampa.it) del 13 ottobre 2012
Benvenuti
al tempo della telenovela auto prodotta. Basta una zia con un video telefonino,
perchè il prelievo di un minore, ordinato da un tribunale, diventi uno
psicodramma, a uso e consumo dell’ Italia piagnona. Sempre la stessa Italia,
quella per cui i figli sono a vita sempre piezz’e core e di mamme ce ne è una
sola. La zia 2.0 filma e mette in Internet la straziante resistenza del bambino
che non vuole andare con il padre, ma solo perché tutti gli hanno insegnato che
deve fare così.
La
televisione di servizio pubblico fa da cassa di risonanza a quel video
casalingo, e spezza ancor di più ogni cuore di mamma abbonata in prima fila.
Inutile e nefasta esposizione pubblica di un atto autorizzato da un
magistrato per il benessere di un bambino, così la prassi di un provvedimento
giudiziario diventa un dramma nazionale, ma solo perché tutta la complessità
che l’ ha prodotta è stata riassunta in un video straziante, ancora una volta è
l’ emozione collettiva che mette a tacere ogni ragionevolezza. Nessuna delle
belle anime indignate per una sequenza di fotogrammi, non certo piacevole da
vedere, ma che mai e poi mai sarebbe dovuta essere stata divulgata, riflette
sul vero problema a monte di quel prelievo.
Quel
ragazzino è l’ostaggio di due genitori in guerra tra loro, una tristissima
consuetudine che sempre più spesso accompagna la fine di un matrimonio, materia
che in Italia non è regolamentata come in un paese laico e civile. Sarebbe
questa un’occasione per chiedersi perché quando l’amore finisce non è possibile
chiudere un rapporto matrimoniale in fretta e senza trascinarsi per anni in
psicodrammi e sceneggiate. Soprattutto senza che i genitori separati abbiano
tempo e modo di usare i figli come campo di battaglia per le loro vendette post
coniugali. Questa storia può solo confermare la nostra assuefazione a pensare
che tutto nasca e muoia in tv, con tanta gloria e visibilità per tutti, ma
senza che nulla mai cambi.
I
genitori di quel bambino da oggi potranno continuare a tele-evocare la loro
guerra, ospiti nei tanti accoglienti salottini per casi umani. Per sostenere le
loro ragioni si formeranno comitati nelle piazze e gruppi in Internet,
equamente divisi tra il partito del padre e quello della madre. Il
marketing delle emozioni cerca testimonal; Tiberio Timperi e Alessandra
Mussolini, in un format dell' assurdo, potrebbero forse fare i caposquadra,
come in un programma di Bonolis.
La
conseguenza più evidente è che alla psico-geografia delle dirette delittuose si
sia già aggiunta Cittadella di Padova, da subito presa d’ assedio dalle
telecamere e dai cronisti sul marciapiede. Il ridente comune lambito dal
Brenta, fino a ora noto per i suoi bastioni e il mercatino del lunedì, si sta
poderosamente avviando a diventare quasi una nuova Avetrana. Aspettiamoci
che Cittadella per un po’ ancora sarà il punto strategico della notizia del
giorno, almeno fino a quando la televisione ci racconterà che da quelle parti
ci sono gli uomini cattivi che rapiscono i bambini.