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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 6 settembre 2012

Test


È tempo di test.
Per essere ammessi agli studi universitari non basta più, da qualche anno a questa parte, avere un diploma in tasca.
Per cercare d’intraprendere la professione di architetto, di medico o di veterinario (ecc. ecc.), è necessario, nel nostro paese, la "trappola" dei test d’ingresso.
Una vera e propria lotteria (o gratta e vinci, se si preferisce!).
Sì, è facile sostenere che non si può fare a meno delle facoltà a numero chiuso, pena aule affollatissime e studenti non seguiti per bene nel loro percorso universitario.
Come dire: su larga scala la selezione attraverso i test rappresenta il male minore e pazienza se non sempre queste famigerate prove riescono a conciliarsi con il diritto allo studio  garantito dalla Carta Costituzionale e dalle direttive comunitarie.
Certamente si può sostenere (senza tante ombre di smentita!) che non sempre esiste una netta correlazione fra l’abilità nei test e la propensione allo studio e alla ricerca.
Ma questo è un altro discorso! Meglio soprassedere ed andare avanti. D’altronde il rito delle prove d’ingresso non ha generato, in questi anni, particolari contestazioni studentesche e non si rilevano molte inchieste giornalistiche sull’argomento, quanto meno per capire chi veramente trae utili da un meccanismo spesso perverso che coinvolge facoltà universitarie, editori specializzati e promotori dei corsi di preparazione.
Decine di milioni di euro che dalle tasche delle famiglie italiane si trasferiscono verso altri lidi e per di più senza la garanzia di vedere il proprio figlio iscritto fra le matricole universitarie.
Prospettive di lavoro infrante per quasi tutti i partecipanti, tenuto conto che c’è spazio per l’ammissione soltanto per uno studente su dieci.
Con l’aggravante (beffa? truffa?), inoltre, di aver visto i propri genitori "bruciare" 3 mila o 4 mila euro, che sono stati destinati a coloro che gestiscono la preparazione pre-esame.
Cifre da capogiro, soprattutto in tempi di crisi!
A questo punto saremmo grati nei confronti di chi riesca a spiegarci meglio i reali benefici (quanto meno in termini di sviluppo e di mercato del lavoro) per il nostro paese.
E dato che ci siamo sarebbe interessante capire, regione per regione, chi veramente incassa i bei soldini delle famiglie.
Lo Stato ha deciso di proibire l’accesso a tutti e, quindi, qualche chiarimento in più si rende necessario per i tanti esclusi, tenuto conto che nel nostro paese alcune ore di test hanno maggiore valore di cinque anni di studio per il conseguimento della maturità scolastica.


Canzone del giorno: Unnatural Selection (2009) - Muse
Clicca e ascolta: Unnatural....