Numeri immaginari di Michele Emmer (Ed.Bollati Boringhieri) è un libro interessante
per chi ha a che fare con la matematica (insegnanti e non) e per chi ama
seguire le tracce dell’immaginazione creatrice del Cinema.
L’autore insegna Spazio
e forma all’Università la Sapienza di Roma. Da molti anni si occupa di
cinema e arte, praticamente un matematico che conosce il cinema, il suo
linguaggio e la stretta correlazione con i numeri.
Il rapporto fra queste due forme di comunicazione che
sembrano, a prima vista, molto distanti, viene raccontato da Emmer attraverso
una lunga serie di film, da A Beautiful Mind,
film “campione d’incasso” con Russell Crowe, fino ad arrivare a Rain Man, film nel quale Dustin Hoffman
interpreta un uomo affetto da autismo, con una straordinarietà di calcolo.
Una matematica delle idee, sicuramente più coinvolgente e
meno ostica di quella dei banchi di scuola. Un concetto che viene ben chiarito dall’autore nel prologo del libro: "La
matematica come fonte d'ispirazione per raccontare altro, per visualizzare
altro, per immaginare altri mondi. E di cosa tratta il cinema, sin dai suoi
esordi? Di immaginare nuove realtà, nuovi mondi. E se si aggiunge
l'atteggiamento odioso tenuto dall'insegnante? La repulsione che si crea nella
mente di chi legge, di chi ricorda, di chi non sa dimenticare. Era quindi
inevitabile che l'odio per la matematica, il suo fascino segreto, il ricordo
degli anni di sofferenza nella scuola, contribuissero a diffondere nell'immaginario
collettivo un interesse per i matematici, per i Numeri
immaginari al cinema. L'immaginario del
cinema che si sposa con l'immaginario della matematica. Alle volte il risultato
di questo incontro è sorprendente".
Numeri e grande schermo accomunati dall'immaginazione.
Canzone del giorno: My Mathematical Mind (2005) - Spoon
Clicca e ascolta: http://www.youtube.com/watch?v=4rwdjb_zGaE