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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 8 dicembre 2011

Prime Pagine


Non basta un “poco di zucchero” per ingoiare facilmente la pillola della manovra-Monti. Case tassate, carburante alle stelle, in pensione con  la dentiera obbligatoria…
Per mandare giù il pasticcone dei provvedimenti anti-rischio default, i cittadini necessiterebbero di una dose di zucchero massiccia, ma beccarsi anche uno choc diabetico sarebbe veramente troppo, per di più con il Natale alle porte.
E allora, pazientemente, tiriamo un gran respiro e, per il momento, leggiamo i primi commenti sulla manovra apparsi sui giornali.
Su Repubblica, l’economista Alberto Bisin, docente dell’Università di New York, così riassume il “parto” governativo: “La manovra Monti si snoda su due linee principali: un riordino della previdenza che struttura e anticipa il passaggio al sistema contributivo e un aumento delle entrate fiscali ottenuto in larga parte per mezzo di una patrimoniale sugli immobili. La ristrutturazione della previdenza procede nel solco di interventi già definiti negli anni precedenti ed è assolutamente opportuna, direi addirittura necessaria. I suoi effetti sul bilancio sono importanti e si vedranno nel medio-lungo periodo (…).  Dove la manovra mostra i segni del vincolo politico e forse anche di una certa mancanza di prospettiva è nella mancanza di interventi sulla spesa pubblica. Come molti osservatori hanno già notato, a parte la ristrutturazione della previdenza, il contenuto della manovra è infatti composto quasi esclusivamente da un inasprimento del carico fiscale del Paese”.
Il ritorno della tassa sulle case è così sarcasticamente commentata da Marcello Veneziani su Il Giornale: “Evviva, è tornata la democrazia, finalmente potremo goderci direttamente a casa nostra l'Ici, che crescendo, da sposata, si chiama Imu. Colpire insieme case e pensioni, noi popolo di casalinghi proprietari e pensionati, significa colpire la stragrande maggioranza degli italiani negli affetti più intimi. Il peccato sulla casa non fu perdonato a Scaiola e Fini, alla famiglia Moratti e a Tremonti. Con la Casa delle Libertà e l'anti-Ici vinse Berlusconi. La casa resta il bene assoluto per gli italiani, non negoziabile. Riescono a perdonare la corruzione ma sulla casa no, è un affronto personale”.
L’economista Luigi Zingales parla, su Il Sole 24 Ore, di necessità di una svolta culturale: "Dopo le prime tre settimane è venuto il momento di tirare i primi (provvisori) bilanci sul Governo Monti. Nei rapporti con i nostri partner europei, Monti ha conseguito un istantaneo successo. La sua esperienza e competenza lo collocano una spanna sopra Sarkozy e la Merkel. Il suo programma di austerità, pur con luci ed ombre, è coraggioso. Rappresenta il massimo di rigore fiscale che il nostro Paese può sostenere (e forse anche di più). Il vero tallone, d`Achille riguarda quello che io considero l`obiettivo principale: una riforma culturale. Può sembrare strano che un economista anteponga la riforma culturale a quella fiscale. Ma proprio perché economista mi rendo conto che il rigore fiscale è condizione necessaria ma non sufficiente per salvare l`Italia. Il vero problema dell`Italia è la mancanza di crescita e alla base di questa mancata crescita ci sono due cause: la peggiocrazia e la conseguente mancanza di fiducia che questa genera. La peggiocrazia non è solo mancanza di merito nelle nomine, ma anche mancanza di rigore logico e morale nelle scelte. I balzelli casuali (vedi tassa sui depositi del Governo Amato) o i condoni periodici alla Tremonti distruggono il rapporto fiduciario tra Governo e cittadini. La sola parvenza del conflitto di interessi mette indubbio la legittimità delle scelte. Affinché noi italiani cominciamo a sentirci cittadini e non sudditi, le scelte del Governo devono essere giustificate, devono seguire un rigore logico e morale. Il seguirlo crea fiducia, aumenta il consenso, riduce l`incertezza, e aumenta il desiderio di investire in questo Paese”.
L’editoriale di Paolo Pombeni su Il Messaggero si schiera dalla parte delle classi medie “Se un uomo abituato a misurare le parole come il presidente Napolitano parla della manovra come di interventi per evitare una catastrofe. c`è da credergli. Del resto, come egli stesso ha ricordato, se ]a medicina è particolarmente amara, dipende dal fatto che si è tardato troppo ad intervenire sulle patologie del nostro sistema economico: per dirlo con franchezza, non si tratta di ritardi di mesi, neppure di anni, ma purtroppo di decenni, in cui non si è ragionato sul fatto che il rigore in economia non è un optional e che assecondando un certo andazzo della spesa pubblica prima o poi i nodi sarebbero arrivati al pettine. Che questa medicina; però, va presa senza esitazione è altrettanto evidente. Anzitutto perché è,l`unica terapia che il. Paese ha per dare una risposta non mediata e convincente ai mercati e all`Europa, nella quale l`Italia ha il dovere-diritto di restare con la dignità che merita una potenza industriale. Detto questo, non si può tacere il fatto che purtroppo la manovra mette il peso degli interventi quasi solo sulle spalle dei soliti noti e che essa fa ben poco per promuovere lo sviluppo. Siamo consapevoli che di fronte alla minaccia di «catastrofe» si finisce inevitabilmente per scegliere la via dell`efficacia a qualunque costo, soprattutto quando si deve agire in extremis. Tuttavia questo non può nascondere il fatto che lo sconquasso del nostro sistema finisce per essere pagato proprio da quelli che meno o per nulla hanno contribuito a crearlo: i lavoratori dipendenti e le classi medie, su cui gravano a vario titolo incrementi di imposte dirette e indirette”.
Su Repubblica di ieri, Curzio Maltese si dichiara convinto che sulla manovra approvata “lo stesso premier Mario Monti avrebbe avuto difficoltà a difenderla dalle critiche del Monti Mario opinionista del Corriere della Sera, che negli ultimi anni aveva così ben spiegato ai governi come i tagli alla spesa fossero da privilegiare rispetto a nuove imposte”. 
In sostanza luci ma anche molte ombre su una manovra che riguarda tutti quanti, muterà i nostri futuri comportamenti e trasformerà il nostro paese.