Hackett, Tony Banks ha detto che è lei a mantenere viva l’eredità del gruppo.
"Credo che Tony abbia ragione, perché cerco di onorare la
storia dei Genesis eseguendo sera dopo sera la musica dei loro primi album.
Certo, pure le tribute band lo fanno (e a volte molto bene), ma io riesco forse
a dare un’energia particolare a quel repertorio perché, quale membro originale
della band, sono stato coinvolto direttamente nella sua creazione".
Formidabili quegli anni.
"Non mi nascondo che formazioni come i Genesis oggi
avrebbero molte più difficoltà d’allora a lasciare il segno, perché la soglia
d’attenzione dell’ascoltatore s’è notevolmente abbassata e la musica è
diventata molto più industriale di quanto non lo fosse quando abbiamo
cominciato noi". [...]
Quale pensa sia stato il suo contributo più importante a ‘The
Lamb’?
"L’aver ideato molti riff accattivanti e svariate
soluzioni musicali. Fra le tante canzoni sono particolarmente orgoglioso
di Fly on a windshield e del mio assolo su The lamia".
Nel ’75 il tour di ‘The Lamb’ fu abbastanza difficile perché, con Peter Gabriel sul piede di partenza, stavate separandovi dall’elemento aveva determinato il successo della band. Com’era l’atmosfera su e giù dal palco?
"Per la stima e il grande rispetto che ho sempre nutrito
nei suoi confronti, avrei voluto Peter con noi ancora a lungo. Ma capivo anche
il suo bisogno di autonomia. Così tutti mettemmo da parte le divergenze interne
per creare uno spettacolo eccezionale, ben sapendo che sarebbe stato
l’ultimo".
Intervista a Steve Hackett di Andrea Spinelli - Il Resto del
Carlino (30/8/2026)