La determinazione e l’essere determinati non hanno nulla a che vedere con la cocciutaggine, che è solo il frutto amaro di egoistica caparbietà, di ingiustificato orgoglio e di irrealistiche pretese. Facendo leva sulla classica virtù cardinale della fortezza, la determinazione si nutre di grandi ideali e di progettualità concrete. Come ci hanno testimoniato, tra i tanti, Mahatma Gandhi, Martin Luther King, Madre Teresa e Liliana Segre. La determinazione, che difficilmente ha successo quando è praticata “contro” qualcuno, è una qualità che va esercitata “per” realizzare progetti. L’essere determinati è lo stato interiore e mentale di chi è risoluto nel definire l’ambito del proprio impegno per una vita riuscita. Per questo motivo è necessario che il pensare e l’agire con determinazione siano il frutto combinato di una convinta fiducia nelle proprie abilità e di una chiara e realistica consapevolezza del valore degli obiettivi. Oltre a contribuire a dare carattere di determinazione alle proprie azioni e parole, ciò costituisce premessa indispensabile per rafforzare le ragioni delle scelte personali. La determinazione smette, a questo punto, di essere il semplice, seppur legittimo, desiderio di raggiungere un obiettivo e impone di fare i conti in forma viva e costante con il contesto nel quale sono nati e del quale continuano a nutrirsi i propri “perché”. Anche per fare questo ci vuole determinazione. Solo così, infatti, la persona procederà su binari che permettono di tenere la rotta della propria vita, soprattutto nei momenti in cui il percorso si fa irto di difficoltà. Ci si accorgerà, allora, che pensare in grande agendo con fermezza – questo è, in fondo, essere determinati – può significare, in talune circostanze, essere pronti anche a fare qualche passo indietro e a darsi una data di scadenza per le proprie attese.
Nunzio Galantino, Il Sole 24 Ore (21/3/2021)
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