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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 18 giugno 2023

Post Scriptum Film

Rapito

REGIA: Marco Bellocchio
INTERPRETI: Barbara Ronchi, Fausto Russo Alesi, Paolo Pierobon, Leonardo Maltese, Filippo Timi, Fabrizio Gifuni, Samuele Teneggi, Aurora Camatti, Paolo calabresi
SCENEGGIATURA: Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli
FOTOGRAFIA: Fabrizio Di Giacomo
MUSICHE: Fabio Massimo Capogrosso
MONTAGGIO: Francesca Calvelli, Stefano Mariotti
DURATA: 125'
USCITA: 25/5/

Ancora una volta l'abilità anticonformista di Marco Bellocchio si manifesta in maniera prodigiosa. In “Rapito” decide di affrontare, con la maestria cinematografica che lo contraddistingue, un tema a lui caro ossia le dinamiche della psiche correlate al sadismo implicito nell'esercizio del potere. Il regista ripercorre lo stravolgimento e la sofferenza familiare di una modesta famiglia ebrea bolognese di metà ‘800 (l’Emilia era ancora sotto l’egida del Papa Re), costretta a consegnare all’Inquisizione cattolica il loro piccolo figlio di 6 anni perché battezzato, a loro insaputa, da una domestica. Un avvenimento realmente accaduto alla famiglia Mortara in quel lontano 1858 e che, a quei tempi, suscitò molte polemiche. La “pratica” della conversione degli ebrei (colpevoli per secoli di essere considerati gli ignobili assassini di Cristo) attraverso la sottrazione di moltissimi bambini alle famiglie continuava, infatti, a essere esercitata dalla Stato Pontificio anche nel periodo preunitario.
Con un immutato vigore narrativo e una mirabile ricostruzione ambientale, Marco Bellocchio mette allo scoperto i meccanismi del potere (religioso in questo caso) e con spietata scrupolosità riesce a comunicare il profondo dolore di chi è violentato nei propri sentimenti. I genitori del bimbo “rapito”, magistralmente interpretati da Barbara Ronchi e Fausto Russo Alesi, offrono uno spaccato realistico di ostinazione e disperazione.
Il loro coraggio, però, non basta in quanto risulta sempre più mortificato dalla sproporzione delle parti. Il potere religioso ha i suoi freddi meccanismi. Il cinismo dell’Inquisitore che strappa il bambino alla famiglia incredula (un tetro Fabrizio Gifuni) e il comportamento inquieto nonché sprezzante di Papa Pio IX, interpretato in maniera convincente da Paolo Pierobon, rivelano l’ipocrisia e le contraddizioni del potere temporale che di lì a poco avrebbe portato alla capitolazione dello Stato Pontificio.

Canzone del giorno: Snakes (2000) - Papa Roach
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