Lei è conosciuto personalmente tre Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Se io le dico che vuoi Wojtyla rappresenta l’anima, Ratzinger la ragione e Francesco il cuore, lei cosa mi risponde?
Che tutte e tre le parole sono
giuste, ma sono anche troppo semplici.
Come è cambiata la vostra vita
dopo la rinuncia di Benedetto al trono pontificio?
Si cambia da così a così,
radicalmente, da un giorno all’altro.
Non crede che dopo la rinuncia
di Ratzinger il sacro sia diventato più umano?
Il sacro è il sacro, e ha anche
aspetti umani. Io credo che con la sua rinuncia Papa Benedetto abbia anche
dimostrato che il Papa, se è sempre il successore di Pietro, rimane una persona
umana con tutte le sue forze, ma anche con le sue debolezze.
C’è una formula che può
definire tutto quello che abbiamo detto, non è la forza che cambia il disegno
divino, ma la fragilità dell’uomo: è d’accordo?
Tutte e due, cioè, ci vuole
l’una, ma si deve vivere anche l’altra. Perché ci vuole forza per accettare la
propria debolezza.
Monsignor Georg Ganswein intervistato da Ezio Mauro per Rai 3 pochi giorni prima della morte di Benedetto XVI