REGIA: Gianni Amelio
INTERPRETI: Luigi Lo Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco, Anna Caterina Antonacci, Rita Bosello, Davide Vecchi, Maria Caleffi
SCENEGGIATURA: Gianni D'Amelio, Federico Fava, Edoardo Petti
FOTOGRAFIA: Luan Amelio Ujkaj
FOTOGRAFIA: Luan Amelio Ujkaj
DURATA: 130'
USCITA: 08/09/
Una storia che irrita e rattrista. “Il signore delle formiche” narra una vicenda realmente accaduta che ha coinvolto
negli anni 60 lo scrittore, allora quarantenne, Andrea Braibanti e il giovane
Giovanni Sanfratello. Nel 1964 i genitori di quest’ultimo decidono di sporgere
denuncia contro l’intellettuale, ritenendolo colpevole di aver influenzato il
figlio ventunenne fino a spingerlo a stravolgere i suoi principi e i suoi gusti
sessuali. Il codice penale prevedeva allora il reato di plagio che puniva con
il carcere fino a quindici anni le persone ritenute colpevoli di sottoporre qualcuno
al proprio potere. L’accusa di plagio diventa l’espediente processuale per
distruggere la storia d’amore tra il poeta (che sconterà alcuni anni di
carcere) con la passione per le abitudini delle formiche e un giovane che, con
il benestare dei propri genitori, sarà rinchiuso in un manicomio, luogo
deputato a “curare” l’omosessualità. Un persistente accanimento, non soltanto
giudiziario, che stravolge la vita della coppia e che Gianni Amelio riesce a
raccontare con intensità e determinazione ben differenziando i vari momenti di
questa tragica storia.
Il regista rappresenta con equilibrata rilevanza il dolore dei due protagonisti (magistralmente
interpretati da Luigi Lo Cascio e dall’esordiente Leonardo Maltese) e riesce a
raccontare con delicatezza il loro amore nato nella provincia piacentina. L’ingresso
nella storia del sempre bravo Elio Germano nei panni di un reporter (personaggio
di fantasia) che cerca di ricostruire la verità, è un utile escamotage
utilizzato dagli sceneggiatori per aiutare lo spettatore a districarsi in un
processo che ai tempi fece scalpore.
Proprio le scene in Tribunale, che rispettano
pedissequamente i verbali del dibattimento, evidenziando ancor di più l’ottusità
e il senso di discriminazione che ha caratterizzato l’intera vicenda. Un film
senza mezze misure che suscita rabbia e commozione, tutto ben condensato nel
ruolo centrale delle due importanti figure femminili: la madre di Braibanti,
fragile, sola ma in grado di comprendere e proteggere il figlio e, da
contraltare, la posizione bigotta dell’altra madre che come unica soluzione per
difendere il proprio figlio dallo scandalo e dalla sua “deviazione” preferisce
rinchiuderlo in un ospedale psichiatrico.
Canzone del giorno: Turn Your Heart In My Direction (2010) - Janiva Magness
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