Le mamme con figli minorenni in Italia sono poco più di 6 milioni e nell’anno della pandemia molte di loro sono state significativamente penalizzate nel mercato del lavoro, a causa del carico di lavoro domestico e di cura che hanno dovuto sostenere durante i periodi di chiusura dei servizi per l’infanzia e delle scuole. Su 249 mila donne che nel corso del 2020 hanno perso il lavoro, ben 96 mila sono mamme con figli minori. Tra di loro, 4 su 5 hanno figli con meno di cinque anni: sono quelle mamme che a causa della necessità di seguire i bambini più piccoli, hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse. D’altronde la quasi totalità – 90 mila su 96 mila – erano già occupate part-time prima della pandemia.
Save the Children - 6° Rapporto “Le Equilibriste: la maternità
in Italia 2021”, diffuso in occasione della Festa della Mamma
“Il Covid ha messo tutti noi di fronte a un’emergenza prima di
tutto sanitaria, ma che presto si è rivelata essere una crisi anche sociale,
economica ed educativa. Le mamme in Italia hanno pagato e continuano a pagare
un tributo altissimo a queste emergenze. I bambini a casa, il crollo improvviso
del welfare familiare, dovuto alla necessità di proteggere i nonni dal
contagio, il carico di cura e domestico eccessivo e la sua scarsa condivisione
con il partner, misure di supporto non molto efficaci, sono tutti fattori che
hanno portato allo stravolgimento della loro vita lavorativa. È importante ora
indirizzare gli sforzi verso la concreta realizzazione di obiettivi che mirino,
oltre che ad incentivare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro,
ad affrancarle sul fronte del lavoro non retribuito." [...] “Anche
quest’anno, l’Indice delle madri mostra il netto divario tra regioni del nord e
regioni del sud. Per quanto ci sia una miglioramento generale dei dati in tutte
le regioni, quelle del nord mostrano valori più alti della media, mentre nel
Mezzogiorno si riscontra l’esatto contrario con valori più bassi. È evidente
che al sud il gap non è mai stato superato in nessuna delle tre aree. Questo si
traduce non solo in uno scarso riconoscimento dei bisogni e delle necessità
delle donne che vogliono diventare madri, ma anche dei diritti relativi allo
sviluppo e all’educazione di bambini e bambine”.
Antonella Inverno, Responsabile Politiche per l’infanzia di Save the Children