Dovrebbe essere noto - e invece non lo è - che il destino dei rapporti tra le persone viene deciso all’inizio, una volta per tutte, sempre, e che per sapere in anticipo come andranno a finire le cose basta guardare come sono cominciate. In effetti, quando un rapporto nasce c’è sempre un momento di illuminazione nel quale si riesce anche a vederlo crescere, distendersi nel tempo, diventare ciò che diventerà e finire come finirà - tutto insieme. Si vede bene perché in realtà è già tutto contenuto nell’inizio, come la forma di ogni cosa è contenuta nel suo primo manifestarsi. Ma si tratta di un momento, per l’appunto, e poi quella visione ispirata svanisce, o viene rimossa ed è solo per questo che le storie tra le persone producono sorprese, danni, piacere o dolore imprevisto. Lo sapevamo, per un lucido, breve momento l’avevamo saputo, all’inizio, ma poi, per il resto della nostra vita, non l’abbiamo saputo più. Come quando ci si alza dal letto, di notte, e ci si ritrova a brancolare nel buio della nostra stanza per andare in bagno, e ci sentiamo smarriti, e accendiamo la luce per mezzo secondo, e poi la rispegniamo subito, e quel lampo ci mostra la strada, ma solo per il tempo necessario ad andare a fare la nostra pisciatina e ritornare a letto. La prossima volta saremo di nuovo smarriti.
Sandro Veronesi, Il colibrì, pag.93 - 94 (Ed. La nave di Teseo 2019)
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