«Spero che quando l’emergenza Covid-19 sarà passata la scienza non venga di nuovo relegata in un cassetto per essere tirata fuori alla prossima crisi. La ricerca scientifica ci fornisce infatti conoscenze e strumenti indispensabili per evitare le crisi e, se proprio non è possibile evitarle, per anticiparle ed essere preparati ad affrontarle al meglio. La crisi Covid-19 ci ha trovato impreparati, in poche settimane ha messo l’umanità in ginocchio, ha mostrato la nostra vulnerabilità. Oggi stiamo spegnendo l’incendio, ma gli incendi bisogna evitarli e la ricerca scientifica è uno degli strumenti più potenti che abbiamo a questo scopo.
La crisi ha ridato alla scienza un ruolo di primo piano. I governi si avvalgono dei consigli di comitati scientifici e i cittadini si interessano all’opinione di virologi, epidemiologi, immunologi e altri scienziati. Questo approccio dovrebbe essere la normalità anche in assenza di crisi. La scienza non deve essere invocata solo quando ci sono emergenze, dovrebbe essere una delle voci che i governi ascoltano ogniqualvolta devono prendere decisioni in campi in cui le conoscenze scientifiche sono rilevanti. Sostenere finanziariamente la ricerca scientifica in tutti i campi e rendere perenne il supporto di comitati scientifici ai governi sono elementi cruciali per evitare crisi future. (...)
Imparare il più possibile e il più velocemente possibile. L’emergenza ha causato un’accelerazione dei tempi della ricerca scientifica. I dati possono essere la chiave di questa accelerazione?
Esiste una lezione che il mondo delle particelle subatomiche può fornire alla vita di tutti i giorni e alla società moderna?
«Una lezione di umiltà. Ricchi o poveri, potenti o deboli, siamo tutti fatti degli stessi atomi e gli atomi sono tutti fatti delle stesse particelle elementari, gli elettroni e i quark. La natura è democratica, e il virus ne è un esempio».
Crede che la pandemia sia anche un segnale sugli eccessi dell’era dell’Antropocene?
«Non ho dati o informazioni per trarre conclusioni precise su questo aspetto. Posso dire che le crisi sono opportunità se facciamo tesoro di quello che abbiamo imparato. La crisi Covid-19 ha portato una pausa nelle attività frenetiche dell’umanità, ci ha permesso di fermarci a pensare. E può aiutarci a sviluppare un nuovo concetto di “vita normale”, una vita con più solidarietà e cooperazione, più cura per le persone, più collaborazione a livello locale e globale, meno competizioni, meno viaggi, un ritmo meno forsennato. E speriamo che la spinta per far ripartire l’economia non vada a discapito dell’ambiente».
Fabiola Gianotti (Direttrice generale del CERN, di Ginevra), intervistata da Massimo Sideri (Il Corriere della Sera, 28/5/2020)
La crisi ha ridato alla scienza un ruolo di primo piano. I governi si avvalgono dei consigli di comitati scientifici e i cittadini si interessano all’opinione di virologi, epidemiologi, immunologi e altri scienziati. Questo approccio dovrebbe essere la normalità anche in assenza di crisi. La scienza non deve essere invocata solo quando ci sono emergenze, dovrebbe essere una delle voci che i governi ascoltano ogniqualvolta devono prendere decisioni in campi in cui le conoscenze scientifiche sono rilevanti. Sostenere finanziariamente la ricerca scientifica in tutti i campi e rendere perenne il supporto di comitati scientifici ai governi sono elementi cruciali per evitare crisi future. (...)
Imparare il più possibile e il più velocemente possibile. L’emergenza ha causato un’accelerazione dei tempi della ricerca scientifica. I dati possono essere la chiave di questa accelerazione?
Esiste una lezione che il mondo delle particelle subatomiche può fornire alla vita di tutti i giorni e alla società moderna?
«Una lezione di umiltà. Ricchi o poveri, potenti o deboli, siamo tutti fatti degli stessi atomi e gli atomi sono tutti fatti delle stesse particelle elementari, gli elettroni e i quark. La natura è democratica, e il virus ne è un esempio».
Crede che la pandemia sia anche un segnale sugli eccessi dell’era dell’Antropocene?
«Non ho dati o informazioni per trarre conclusioni precise su questo aspetto. Posso dire che le crisi sono opportunità se facciamo tesoro di quello che abbiamo imparato. La crisi Covid-19 ha portato una pausa nelle attività frenetiche dell’umanità, ci ha permesso di fermarci a pensare. E può aiutarci a sviluppare un nuovo concetto di “vita normale”, una vita con più solidarietà e cooperazione, più cura per le persone, più collaborazione a livello locale e globale, meno competizioni, meno viaggi, un ritmo meno forsennato. E speriamo che la spinta per far ripartire l’economia non vada a discapito dell’ambiente».
Fabiola Gianotti (Direttrice generale del CERN, di Ginevra), intervistata da Massimo Sideri (Il Corriere della Sera, 28/5/2020)
Canzone del giorno: The Scientist (2002) - Coldplay
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