Non era facile prevederlo ma sta accadendo: la radio si conferma la compagna più vicina agli italiani chiusi in casa.
Per ovvie ragioni, la televisione si sta assestando di fronte alla botta più difficile da assorbire: l'eliminazione del pubblico, la riduzione del personale a causa del contagio, la quasi totale assenza di ospiti in studio. I palinsesti sono stati rivoltati, l'informazione la fa da padrone, com'è giusto che sia, fornendo dati e commenti, specialmente nella serata. Ma l'intrattenimento ora dopo ora e l'informazione in tempo reale è data su larga scala dalla radio. E non c'è solo Radio Rai, che assolve alla propria missione di servizio pubblico e, specialmente su Radio1, garantisce una quantità di informazioni circostanziate e autorevoli. Ma anche i network commerciali sono stati agilissimi nell'adeguarsi alla situazione. A differenza del web, che spesso si perde nell'inutile dettaglio gossip o trascorre ore inseguendo e verificando fake news, i notiziari radio sanno offrire un resoconto il più possibile pacato e dettagliato su ciò che sta accadendo. Ma non solo. A differenza della tv, che per definizione è un'offerta, una proposta al telespettatore che si valuta soltanto con gli indici d'ascolto, la radio consente ciò che oggi è quasi indispensabile. Essendo il primo media davvero social, garantisce la condivisione. Tutti i palinsesti, da quelli di Rtl 102.5 a quelli di Deejay o 105 o Rds, si sono aperti molto più di prima al dialogo con gli ascoltatori, al racconto della vita quotidiana, alla stimolazione sugli argomenti che giocoforza coinvolgono tutti: cosa fate a casa, come reagite, in che modo si adatta la vostra famiglia? Insomma, attenuata un po' la vorticosa ricerca di ritmo, la radio è definitivamente focalizzata sulla propria «mission», ossia intrattenere. Passa la musica, che non è soltanto una compagna fedele per tantissimi italiani ma, in questa fase, è anche un modo di aggregare a distanza tanta gente, di stimolare il senso di gruppo e rendere evidente la voglia di reagire. Lo dimostrano gli improvvisati show sui tantissimi balconi italiani. Lo confermano i flash mob che, a parte l'inno d'Italia, si accendono cantando «Azzurro» di Celentano o «Nel blu dipinto di blu» di Modugno. Ecco, oggi la radio torna istintivamente alla originaria propria ragione sociale: essere (anche) la piazza nella quale si informano, si confidano e si divertono i membri di una comunità.
Paolo Giordano, il Giornale (17/3/2020)
Per ovvie ragioni, la televisione si sta assestando di fronte alla botta più difficile da assorbire: l'eliminazione del pubblico, la riduzione del personale a causa del contagio, la quasi totale assenza di ospiti in studio. I palinsesti sono stati rivoltati, l'informazione la fa da padrone, com'è giusto che sia, fornendo dati e commenti, specialmente nella serata. Ma l'intrattenimento ora dopo ora e l'informazione in tempo reale è data su larga scala dalla radio. E non c'è solo Radio Rai, che assolve alla propria missione di servizio pubblico e, specialmente su Radio1, garantisce una quantità di informazioni circostanziate e autorevoli. Ma anche i network commerciali sono stati agilissimi nell'adeguarsi alla situazione. A differenza del web, che spesso si perde nell'inutile dettaglio gossip o trascorre ore inseguendo e verificando fake news, i notiziari radio sanno offrire un resoconto il più possibile pacato e dettagliato su ciò che sta accadendo. Ma non solo. A differenza della tv, che per definizione è un'offerta, una proposta al telespettatore che si valuta soltanto con gli indici d'ascolto, la radio consente ciò che oggi è quasi indispensabile. Essendo il primo media davvero social, garantisce la condivisione. Tutti i palinsesti, da quelli di Rtl 102.5 a quelli di Deejay o 105 o Rds, si sono aperti molto più di prima al dialogo con gli ascoltatori, al racconto della vita quotidiana, alla stimolazione sugli argomenti che giocoforza coinvolgono tutti: cosa fate a casa, come reagite, in che modo si adatta la vostra famiglia? Insomma, attenuata un po' la vorticosa ricerca di ritmo, la radio è definitivamente focalizzata sulla propria «mission», ossia intrattenere. Passa la musica, che non è soltanto una compagna fedele per tantissimi italiani ma, in questa fase, è anche un modo di aggregare a distanza tanta gente, di stimolare il senso di gruppo e rendere evidente la voglia di reagire. Lo dimostrano gli improvvisati show sui tantissimi balconi italiani. Lo confermano i flash mob che, a parte l'inno d'Italia, si accendono cantando «Azzurro» di Celentano o «Nel blu dipinto di blu» di Modugno. Ecco, oggi la radio torna istintivamente alla originaria propria ragione sociale: essere (anche) la piazza nella quale si informano, si confidano e si divertono i membri di una comunità.
Paolo Giordano, il Giornale (17/3/2020)
Canzone del giorno: Radio Ga Ga (1984) - Queen
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