Lo Stato sa tutto di noi?
Se Google sa tutto di noi, perché lo Stato non dovrebbe? E infatti così è: l’amministrazione fiscale, l’Inps, l’Inail e le altre branche già usano tecnologie avanzate strumenti di business intelligence basati sull’interazione delle banche dati per scoprire gli operatori a rischio evasione. Ora siamo arrivati alla fase più cruciale.
Ovvero?
L’intervento a livello di filiera. Un’attività industriale o commerciale si basa su una serie di passaggi, di materie prime, di prodotti semilavorati, di prodotti finiti. Se in uno solo di questi passaggi si annida un’evasione, mettiamo di Iva, grazie all’uso delle banche dati sarà acceso un faro sull’intera sequenza di passaggi. Per questo sarà più conveniente instaurare un rapporto sano e corretto con lo Stato.
Anche lo Stato alle sue colpe nei confronti dei contribuenti onesti.
E infatti dovrebbe dare il buon esempio interrompendo questa spirale perversa di condoni variamente denominati che sono quanto di più diseducativo e deleterio esista per la società. (...)
Il governo vuole affrontare il problema del troppo contante in circolazione. Va tassato?
No, anche se è stato un errore alzare la soglia di contanti prelevabili da 1000 a 3000 euro quando tutte le esperienze indicavano la direzione opposta. Non resta che intervenire sul denaro digitale, tracciabile, incoraggiandone la circolazione e convincendo le banche ad abbassare le commissioni sulle carta di credito. Ma va tenuto presente che le banche stesse non potendo valorizzare la leva dei prestiti perché i tassi sono a zero, sui servizi come le carte hanno la loro fonte di profitto.
da un’intervista di Eugenio Occorsio all’ex Presidente dell’Istat Enrico Giovannini (la Repubblica - 23/9/2019)
Se Google sa tutto di noi, perché lo Stato non dovrebbe? E infatti così è: l’amministrazione fiscale, l’Inps, l’Inail e le altre branche già usano tecnologie avanzate strumenti di business intelligence basati sull’interazione delle banche dati per scoprire gli operatori a rischio evasione. Ora siamo arrivati alla fase più cruciale.
Ovvero?
L’intervento a livello di filiera. Un’attività industriale o commerciale si basa su una serie di passaggi, di materie prime, di prodotti semilavorati, di prodotti finiti. Se in uno solo di questi passaggi si annida un’evasione, mettiamo di Iva, grazie all’uso delle banche dati sarà acceso un faro sull’intera sequenza di passaggi. Per questo sarà più conveniente instaurare un rapporto sano e corretto con lo Stato.
Anche lo Stato alle sue colpe nei confronti dei contribuenti onesti.
E infatti dovrebbe dare il buon esempio interrompendo questa spirale perversa di condoni variamente denominati che sono quanto di più diseducativo e deleterio esista per la società. (...)
Il governo vuole affrontare il problema del troppo contante in circolazione. Va tassato?
No, anche se è stato un errore alzare la soglia di contanti prelevabili da 1000 a 3000 euro quando tutte le esperienze indicavano la direzione opposta. Non resta che intervenire sul denaro digitale, tracciabile, incoraggiandone la circolazione e convincendo le banche ad abbassare le commissioni sulle carta di credito. Ma va tenuto presente che le banche stesse non potendo valorizzare la leva dei prestiti perché i tassi sono a zero, sui servizi come le carte hanno la loro fonte di profitto.
da un’intervista di Eugenio Occorsio all’ex Presidente dell’Istat Enrico Giovannini (la Repubblica - 23/9/2019)
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