Gli Stati Uniti sono un bizzarro paese, in fatto di limiti di età. Per esempio, a 18 anni appena compiuti si può già entrare in armeria, esibire un semplice documento di riconoscimento e comprare una P38, un'arma da guerra con una potenza di penetrazione capace di forare il monoblocco di un'automobile; ma per comprare una lattina di birra al bar bisogna attendere di aver compiuto 21 anni. Detto questo per far la tara su tutte le prese di posizione anagrafiche degli americani, ha comunque del clamoroso la decisione della Federal Trade Commission (Ftc), l'autorità americana che tutela i consumatori, sulla violazione della privacy dei bambini da parte di YouTube, la più importante azienda, tra le tante controllate da Google, che è stata supermultata. C'è infatti una legge, negli Usa, chiamata «Coppa», cioè Children's online privacy protection act, atto per la protezione dei bambini su Internet, che proibisce di tracciare i comportamenti di navigazione dei bambini inferiori ai 13 anni.
Ora, chiariamo: o Google, Youtube, Facebook spiano, o muoiono. Nei confronti degli adulti, per poter spiare nonostante le leggi antispionaggio, praticano una serie di deprimenti formalismi, tipo chiedere il consenso con scritte piccolissime e incomprensibili. Quando uno ha fretta di navigare in un sito o in un social si vede sbarrare il passo da questi «ok» prelevati di fatto con la forza. Oddio, proprio la forza no. L'astuzia. Ci chiedono: «Se vuoi navigare, continuando significa che accetti le condizioni relative alla tua privacy», tutti clicchiamo di sì per non occuparcene e così ci leghiamo mani e piedi a degli sconosciuti che registrano ogni nostro più piccolo passo online. Siamo tutti bambinoni, in questo: perché accettiamo caramelle dagli sconosciuti, ovvero condizioni di navigazione che non conosciamo.
Nella privacy estorta così, agli adulti, s'intende, i siti approfittano di una asimmetria di interesse: massimo interesse di chi naviga a continuare a farlo, minimo a valutare attentamente le possibili conseguenze della navigazione. Siamo all'esatto opposto del «consenso informato» che si deve firmare negli ospedali prima degli atti operatori importanti: in corsia siamo con gli occhi spalancati per capire cosa ci accadrà, al pc o sullo smartphone quel che ci basta sapere è cosa accadrà dopo il prossimo clic. Prestiamo agli spioni un consenso disinformato. E pensare che una volta Carosello era lo spartiacque tra la tv per tutti e quella per adulti, e i bambini andavano a letto dopo aver visto Carosello, e lo amavano molto, e chiedevano spontaneamente a mamma e papà di comprargli quelle merendine lì, senza alcun bisogno di essere spiati.
Sergio Luciano, Il Foglio (25/7/2019)
Ora, chiariamo: o Google, Youtube, Facebook spiano, o muoiono. Nei confronti degli adulti, per poter spiare nonostante le leggi antispionaggio, praticano una serie di deprimenti formalismi, tipo chiedere il consenso con scritte piccolissime e incomprensibili. Quando uno ha fretta di navigare in un sito o in un social si vede sbarrare il passo da questi «ok» prelevati di fatto con la forza. Oddio, proprio la forza no. L'astuzia. Ci chiedono: «Se vuoi navigare, continuando significa che accetti le condizioni relative alla tua privacy», tutti clicchiamo di sì per non occuparcene e così ci leghiamo mani e piedi a degli sconosciuti che registrano ogni nostro più piccolo passo online. Siamo tutti bambinoni, in questo: perché accettiamo caramelle dagli sconosciuti, ovvero condizioni di navigazione che non conosciamo.
Nella privacy estorta così, agli adulti, s'intende, i siti approfittano di una asimmetria di interesse: massimo interesse di chi naviga a continuare a farlo, minimo a valutare attentamente le possibili conseguenze della navigazione. Siamo all'esatto opposto del «consenso informato» che si deve firmare negli ospedali prima degli atti operatori importanti: in corsia siamo con gli occhi spalancati per capire cosa ci accadrà, al pc o sullo smartphone quel che ci basta sapere è cosa accadrà dopo il prossimo clic. Prestiamo agli spioni un consenso disinformato. E pensare che una volta Carosello era lo spartiacque tra la tv per tutti e quella per adulti, e i bambini andavano a letto dopo aver visto Carosello, e lo amavano molto, e chiedevano spontaneamente a mamma e papà di comprargli quelle merendine lì, senza alcun bisogno di essere spiati.
Sergio Luciano, Il Foglio (25/7/2019)
Canzone del giorno: Spy (1979) - Carly Simon
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