....mi pare interessante proprio quello che Salvini non dice e il modo in cui non lo dice. A osservare tutte le sue risposte sul ruolo e il mandato di Savoini nei rapporti recenti con la Russia è evidente un metodo:
– non rispondere alle domande concrete ed esatte;
– cambiare discorso facendo battute (scarse, e con risultati imbarazzanti, devo ripetere);
– cambiare discorso mostrandosi annoiato da queste sciocchezze;
– cambiare discorso sostenendo che le cose non lo riguardino (“ognuno è libero…”, eccetera).
Salvini sa benissimo che non può rispondere su chi abbia coinvolto Savoini sulla Russia, chi lo abbia autorizzato, chi gli abbia dato mandato. Perché se conferma i rapporti ufficiali e sostanziali della Lega e propri con Savoini, la famigerata riunione in questione a Mosca gli diventa un guaio, perché lui doveva esserne al corrente o averne dato responsabilità a Savoini (come è realistico che sia), e quindi essere a sua volta responsabile di un tentativo di finanziamento disonesto per la Lega. Se i rapporti li nega e sostiene di non saperne niente, gli diventa un guaio perché può essere smentito spettacolarmente (persino dai suoi alleati di governo) e figurare da bugiardo. Quindi sfugge, fa battute, cambia argomento: metodicamente, da una settimana. Prende tempo e spera che passi. È l’equivalente di “mi avvalgo della facoltà di non rispondere perché quello che direi potrebbe incriminarmi”, solo che lui è ministro e non imputato e quindi non ha diritto di avvalersene. E la giuria, quando nei film l’imputato dice così, ne trae una conclusione sola: che hai qualcosa da nascondere.
Luca Sofri, www.wittgenstein.it (18/7/2019)
– non rispondere alle domande concrete ed esatte;
– cambiare discorso facendo battute (scarse, e con risultati imbarazzanti, devo ripetere);
– cambiare discorso mostrandosi annoiato da queste sciocchezze;
– cambiare discorso sostenendo che le cose non lo riguardino (“ognuno è libero…”, eccetera).
Salvini sa benissimo che non può rispondere su chi abbia coinvolto Savoini sulla Russia, chi lo abbia autorizzato, chi gli abbia dato mandato. Perché se conferma i rapporti ufficiali e sostanziali della Lega e propri con Savoini, la famigerata riunione in questione a Mosca gli diventa un guaio, perché lui doveva esserne al corrente o averne dato responsabilità a Savoini (come è realistico che sia), e quindi essere a sua volta responsabile di un tentativo di finanziamento disonesto per la Lega. Se i rapporti li nega e sostiene di non saperne niente, gli diventa un guaio perché può essere smentito spettacolarmente (persino dai suoi alleati di governo) e figurare da bugiardo. Quindi sfugge, fa battute, cambia argomento: metodicamente, da una settimana. Prende tempo e spera che passi. È l’equivalente di “mi avvalgo della facoltà di non rispondere perché quello che direi potrebbe incriminarmi”, solo che lui è ministro e non imputato e quindi non ha diritto di avvalersene. E la giuria, quando nei film l’imputato dice così, ne trae una conclusione sola: che hai qualcosa da nascondere.
Luca Sofri, www.wittgenstein.it (18/7/2019)
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