E con la plastica come la mettiamo? Sicuramente la ingeriamo quotidianamente, inserita (a nostra insaputa?) nella nostra dieta.
Le ricerche scientifiche, commissionate dal Wwf e svolte dall'Universitá australiana di Newcastle, parlano chiaro: in media ogni settimana un essere umano ingoia fino a 2000 minuscoli frammenti di plastica. Praticamente una quantità che equivale al peso della nostra carta bancomat o di una tessera sanitaria. Al posto di inghiottirla in un'unica soluzione riusciamo a inserire nella nostra bocca delle modiche quantità di plastica sotto forma di particelle che si trovano dappertutto e rappresentano il simbolo di una vera e propria sconfitta planetaria.
Nel momento in cui beviamo un bicchiere d'acqua (poco importa se quella del rubinetto o della bottiglia), beviamo una birra con gli amici, gustiamo un piatto di frutti di mare al ristorante, assumiamo microplastica che oramai si trova presente nelle acque di tutto il mondo partendo da quella di superficie per finire nelle varie falde.
La plastica distrugge il nostro habitat fino al punto da farci fare scorpacciate di veleno. Un vero allarme per la salute di tutti. Le statistiche ci informano che fra gli 8 milioni di tonnellate di rifiuti che finiscono negli oceani, il 75 per cento è costituito da plastica.
In attesa che gli studiosi rilevino in che quantità essa contamini gli altri alimenti base (grano, riso, latte, oli, mais...), sarebbe necessario un urgentissimo intervento a livello di tutti i governi interplanetari... Campa cavallo... Sempre che, nel frattempo, l'equino, come l'intera specie umana, non sia colpito ancor di più dalla troppa indigestione del nocivo materiale sintetico.
Le ricerche scientifiche, commissionate dal Wwf e svolte dall'Universitá australiana di Newcastle, parlano chiaro: in media ogni settimana un essere umano ingoia fino a 2000 minuscoli frammenti di plastica. Praticamente una quantità che equivale al peso della nostra carta bancomat o di una tessera sanitaria. Al posto di inghiottirla in un'unica soluzione riusciamo a inserire nella nostra bocca delle modiche quantità di plastica sotto forma di particelle che si trovano dappertutto e rappresentano il simbolo di una vera e propria sconfitta planetaria.
Nel momento in cui beviamo un bicchiere d'acqua (poco importa se quella del rubinetto o della bottiglia), beviamo una birra con gli amici, gustiamo un piatto di frutti di mare al ristorante, assumiamo microplastica che oramai si trova presente nelle acque di tutto il mondo partendo da quella di superficie per finire nelle varie falde.
La plastica distrugge il nostro habitat fino al punto da farci fare scorpacciate di veleno. Un vero allarme per la salute di tutti. Le statistiche ci informano che fra gli 8 milioni di tonnellate di rifiuti che finiscono negli oceani, il 75 per cento è costituito da plastica.
In attesa che gli studiosi rilevino in che quantità essa contamini gli altri alimenti base (grano, riso, latte, oli, mais...), sarebbe necessario un urgentissimo intervento a livello di tutti i governi interplanetari... Campa cavallo... Sempre che, nel frattempo, l'equino, come l'intera specie umana, non sia colpito ancor di più dalla troppa indigestione del nocivo materiale sintetico.
Canzone del giorno: Last Great American Whale 1989) - Lou Reed
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