Il congresso mondiale della famiglia, a Verona, passerà probabilmente alla storia come il congresso della discordia. Mai forse si era litigato e ci si era divisi tanto già alla vigilia. In primo luogo all’interno del governo, dove i due vicepremier Di Maio e Salvini e, sulla loro scia, il premier Conte e il ministro della famiglia Fontana, hanno dato dell’evento un’opposta valutazione. Stessa spaccatura fra le forze politiche: il PD, contrarissimo, ha accusato fin dall’inizio il convegno di essere un tentativo di ritorno al medioevo, mentre Lega e Fratelli d’Italia hanno negato decisamente ogni intento reazionario. (...)
(I valori tradizionali) nella proposta della “sinistra” – ma più in generale, nella cultura libertaria della nostra società neocapitalistica, in cui questa proposta rientra perfettamente –, hanno come unico sostituto quello della libertà individuale, intesa come assenza di vincoli, col solo limite del rispetto dell’analoga libertà degli altri individui. Ma questo crea un corto-circuito, perché la libertà per se stessa è protesa a potere scegliere qualcosa che non sia se stessa. Non si è liberi per… essere liberi. Anche perché poi si potrebbe continuare il gioco all’infinito. Una libertà così intesa rischia di assomigliare a quei servizi di piatti che le nostre nonne tenevano nei cassettoni gelosamente incartati, rifiutando di usarli per paura di sciuparli e che di conseguenza, a dispetto del loro nome – servizi – non servivano a nulla. (...) Sull’altro fronte sta l’immagine del leader leghista Salvini che dichiara di voler partecipare per testimoniare la sua piena adesione all’ideale della famiglia, in piena consonanza con l’insegnamento di papa Francesco. E che Salvini creda fermamente nella famiglia lo dimostra il fatto che, nella sua ancor giovane vita, ne ha voluto far nascere diverse.bUna, fondata sul matrimonio, da cui è nato un figlio, che dopo qualche anno è finita con un divorzio; un’altra, di fatto, durata anch’essa qualche anno, da cui è nata una figlia; poi ha convissuto con una conduttrice televisiva; e proprio in questi giorni le cronache rosario ci annunziano festanti che ha intrapreso un nuovo rapporto con la figlia di Verdini. Guarda caso, anche Giorgia Meloni, l’altra paladina dei valori tradizionali della famiglia, presente a Verona per testimoniarli di persona, vive more uxorio con un compagno che non è suo marito e ha un figlio nato fuori del matrimonio. A chi gliel’ha fatto notare (la Gruber, in una tempestosa trasmissione televisiva) ha risposto che però lei non pretende almeno i vantaggi che spettano alle coppie sposate. Resta il problema di uno stile di vita personale che, se si tratta di valori etici, come nel caso della battaglia per la famiglia, non può essere irrilevante. Perché quello che il convegno di Verona solleva non è un problema meramente tecnico, ma il modo di concepire e di vivere la famiglia nella società di oggi e di domani. Per questo, ciò che Salvini e la Meloni testimoniano, con la loro vita, è esattamente l’opposto di quello che dicono.
Giuseppe Savagnone, tuttavia.eu (30/3/2019)
(I valori tradizionali) nella proposta della “sinistra” – ma più in generale, nella cultura libertaria della nostra società neocapitalistica, in cui questa proposta rientra perfettamente –, hanno come unico sostituto quello della libertà individuale, intesa come assenza di vincoli, col solo limite del rispetto dell’analoga libertà degli altri individui. Ma questo crea un corto-circuito, perché la libertà per se stessa è protesa a potere scegliere qualcosa che non sia se stessa. Non si è liberi per… essere liberi. Anche perché poi si potrebbe continuare il gioco all’infinito. Una libertà così intesa rischia di assomigliare a quei servizi di piatti che le nostre nonne tenevano nei cassettoni gelosamente incartati, rifiutando di usarli per paura di sciuparli e che di conseguenza, a dispetto del loro nome – servizi – non servivano a nulla. (...) Sull’altro fronte sta l’immagine del leader leghista Salvini che dichiara di voler partecipare per testimoniare la sua piena adesione all’ideale della famiglia, in piena consonanza con l’insegnamento di papa Francesco. E che Salvini creda fermamente nella famiglia lo dimostra il fatto che, nella sua ancor giovane vita, ne ha voluto far nascere diverse.bUna, fondata sul matrimonio, da cui è nato un figlio, che dopo qualche anno è finita con un divorzio; un’altra, di fatto, durata anch’essa qualche anno, da cui è nata una figlia; poi ha convissuto con una conduttrice televisiva; e proprio in questi giorni le cronache rosario ci annunziano festanti che ha intrapreso un nuovo rapporto con la figlia di Verdini. Guarda caso, anche Giorgia Meloni, l’altra paladina dei valori tradizionali della famiglia, presente a Verona per testimoniarli di persona, vive more uxorio con un compagno che non è suo marito e ha un figlio nato fuori del matrimonio. A chi gliel’ha fatto notare (la Gruber, in una tempestosa trasmissione televisiva) ha risposto che però lei non pretende almeno i vantaggi che spettano alle coppie sposate. Resta il problema di uno stile di vita personale che, se si tratta di valori etici, come nel caso della battaglia per la famiglia, non può essere irrilevante. Perché quello che il convegno di Verona solleva non è un problema meramente tecnico, ma il modo di concepire e di vivere la famiglia nella società di oggi e di domani. Per questo, ciò che Salvini e la Meloni testimoniano, con la loro vita, è esattamente l’opposto di quello che dicono.
Giuseppe Savagnone, tuttavia.eu (30/3/2019)
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