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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

domenica 17 febbraio 2019

Ripetizione

Cosa rende il cervello umano così irrequieto? Per quale motivo gli esseri umani si adattano tanto velocemente a ciò che hanno intorno? A causa del fenomeno noto come soppressione della ripetizione.
Quando il cervello si abitua a qualcosa, risponde con minore intensità ogni volta che la vede. Immaginiamo di imbatterci in un oggetto nuovo, per esempio un’auto  senza conducente. La prima volta il cervello risponde in modo rilevante: sta assimilando qualcosa di nuovo e lo registra. La seconda mostra una risposta leggermente meno intensa. La terza volta la risposta è ancora minore. La quarta meno ancora. Più qualcosa ci è familiare, meno energia neurale spendiamo per elaborarla.
Perché siamo fatti così? Perché siamo esseri che vivono e muoiono grazie all’energia immagazzinata nel corpo. Se facciamo previsioni corrette, possiamo risparmiare energia. Migliori sono le previsioni, minore sarà l’energia che spendiamo. La ripetizione ci rende più sicuri dei pronostici e più efficienti nell’agire. Però se il cervello si sforza così tanto per rendere il mondo prevedibile, sorge una domanda: se amiamo così tanto la prevedibilità perché, per esempio, non sostituiamo i nostri televisori con dispositivi che emettono un bip ritmico in modo prevedibile 24 ore al giorno? La risposta è che la mancanza di sorpresa ci infastidisce. Più conosciamo qualcosa, meno ci sforziamo di pensarci. La familiarità alimenta l’indifferenza. Si innesca la soppressione della ripetizione e l’attenzione cala. Nonostante la prevedibilità sia rassicurante, il cervello tende ad assimilare fatti nuovi nel suo modello di mondo. 
È sempre in cerca di novità.

Tratto da "La specie creativa" di Anthony Brandt e David Eagleman

Canzone del giorno:
 Bad Brain (1978) - Ramones
Clicca e ascoltaBad....