La
rubrica che Stefano Bartezzaghi cura da moltissimi anni su Il Venerdì di Repubblica è da sempre fonte di curiosità (non
soltanto enigmistica). Parecchio
tempo fa l’autore aveva pubblicato un simpaticissimo passatempo, inventato da
Marianna Natale. Si tratta del gioco dei “proverbi interrotti” (cosiddetti
proverbi maltusiani).
Marianna
aveva scritto nella sua pagina di Facebook: “Tutto è bene quel che finisce” e
senza il fatidico finale il proverbio acquisisce un altro significato (come
dire: a volte non c’è bisogno che qualcosa finisca bene. E’ già un bene che
finisca). Da allora è nata la rincorsa al proverbio troncato e sono stati in
tanti a proporne delle varianti. I primi a
suo tempo suggeriti sono tutti simpatici: “I
panni sporchi si lavano”; “Non tutto il male viene”; “Rosso di sera, bel
tempo”; “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia”; “L’amore non è bello se non
è”; “Chi va piano va sano e va”; “Tutte le strade portano”.
Con un
riassetto della punteggiatura da accompagnare al taglio si arriva a nuove
“scoperte”: “Una mano lava. L’altra?”;
“Dio li fa. E poi?”.
Per
alcuni si possono aggiungere dei titoli:
La
vendetta della formica: “Chi visse
cantando, morì”.
L’orgoglio
dell’autarchico: “Chi fa da sé, fa”.
Non
esageriamo: “Meglio un giorno da leone,
che cento”.
Contro il
pregiudizio: “Chi va con lo zoppo,
impara”.
Gradevole
esercizio di taglio e cucito. Nelle giornate torride un po’ di sano svago
enigmistico (nella stagione estiva non si può del tutto mandare il cervello
alle ortiche!) non fa per niente male, meglio non perdere l’occasione di
esercitare la mente, d’altronde: “L’occasione
fa l’uomo!”.
Canzone del giorno: Love Interruption (2012) - Jack White
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