La partecipazione è stata superiore alle previsioni, sebbene inferiore di quasi il 30% rispetto al 2013. Non era scontato, col «ponte» del 1° Maggio; e questo è un buon segno non solo per il Pd ma per la democrazia italiana. Matteo Renzi torna segretario del partito, con percentuali quasi schiaccianti e una scenografia trionfale che mette tra parentesi le ultime sconfitte... (...) Il problema, ora, è come il leader dei Dem userà la nuova investitura; come riempirà «la pagina bianca» che vede davanti a sé. I suoi esegeti assicurano che è cambiato, più inclusivo; che i primi gesti non vanno letti come conati di rivincita; che Renzi, dopo avere voluto e vinto il blitz congressuale, ne prepari un altro sulla legge elettorale, con il calcolo recondito di forzare magari la mano e arrivare alle urne in autunno. La legittimazione ricevuta dal Pd gli restituisce un forte potere contrattuale. (...)
Il primo fronte da presidiare è una sinistra cambiata in profondità. Renzi sa di dover recuperare credibilità tra le centinaia di migliaia di persone che si sono allontanate dal Pd. L’obiettivo è di arginare le spinte centrifughe residue e i tentativi di creare un’«altra sinistra», alternativa alla sua. Ma soprattutto, deve convincere un’Italia che negli ultimi mesi lo aveva bocciato quasi senza appello: convincerla non tanto e non solo di essere cambiato, ma di avere capito gli errori commessi e di non volerli ripetere. Altrimenti, butterebbe un’occasione che potrebbe essere l’ultima.
Massimo Franco, Corriere della Sera (30/4/2017)
Canzone del giorno: On The Rebound (1980) - Russ Ballard
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