La salita e la discesa che mia madre ed io facevamo a piedi, passando dal Monte alle Croci, erano anch’esse piene d’incanto; un incanto sempre mattutino, perché allora gli orari delle funzioni erano esattamente l’inverso degli orari attuali: quello che ora si fa la sera, allora si faceva la mattina e viceversa. So che l’orario odierno è più fedele a quello dei primordi della Chiesa, ma per me, vecchia e stanca, è diventato molto più difficile partecipare a quei riti, e sarà forse anche per questo che ricordo con tanta vividezza quelle lontane e solari immagini della mia adolescenza.
La più solare veniva il Sabato Santo, con la messa, lo scrosciare del «Gloria» e il tripudio delle campane nel pieno fulgore di mezzogiorno. C’erano delle ingenue credenze popolari, legate a quel momento, e anche quelle ricordo con tenerezza. Chi restava in casa, correva ad aprire tutte le cannelle, quando si scioglievano le campane, credendo che l’acqua che ne usciva sarebbe stata acqua benedetta; e con quella si faceva il segno della croce. E chi aveva dei bimbi piccini li poneva in terra e sorreggendoli sotto le ascelle faceva far loro qualche piccolo passo; perché quei piccoli passi simbolici, fatti durante lo scampanio di risurrezione avrebbero affrettato il momento in cui il piccino avrebbe camminato veramente e sarebbero stati di buon augurio per tutti i passi da porre poi sul cammino della vita.
La domenica di Pasqua stabilizzava la gioia: «Sì, il Signore è veramente risorto!». Confermati nella fede, si riprendeva il corso ordinario dell’anno; ma con un senso di elevazione, come su un grande altipiano. Se il Signore della vita, dopo avere traversato la morte, regna vivo, come dice la Sequenza Pasquale, anche i fedeli che seguo- no le Sue orme, dalla croce alla luce, parteciperanno alla Sua stessa vittoria.
Margherita Guidacci (1921-1992), poetessa e traduttrice
(Tratto da un articolo apparso sull’Osservatore Romano la domenica di Pasqua del 26 marzo 1989 e nuovamente proposto oggi dal quotidiano del Vaticano)
Canzone del giorno: Dietro l'incanto (1996) - Ludovico Einaudi
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