Oriana Fallaci: Principe, io non l’ho mai vista ridere. A parte il
fatto che esser triste è la legge dei comici, io temo che Lei abbia sempre riso
pochissimo: che non conosca il sapore di una bella risata.
Totò: «Pochissimo, niente. Io non rido, sorrido. E, anche
quello, raramente. Sorrido a lei, per esempio, perché è una donna: non si può
mica parlare a una donna con il musone. Però vede: non è esatto nemmeno
dire che io sia triste: son calmo, privo di ansia. Io l’ansia non la conosco.
Deve influire, in questo, il mio residuo di sangue orientale, bizantino. Non
so… starei ore e ore fermo a guardare il cielo, la luna. Io amo la luna,
assai più del sole. Amo la notte, le strade vuote, morte, la campagna buia, con
le ombre, i fruscii, le rane che fanno qua qua, l’eleganza tetra della notte. È
bella la notte: bella quanto il giorno è volgare. Il giorno… che schifo! Le
automobili, gli spazzini, i camion, la luce, la gente… che schifo! Io amo tutto
ciò che è scuro, tranquillo, senza rumore. La risata fa rumore. Come il
giorno». (…) Signorina mia, ciascuno ha da portare una croce e la felicità,
creda a me, non esiste. L’ho scritto anche in una poesia: «Felicità: vurria
sapé che d’è / chesta parola. Vurria sapé che vvo’ significà». Forse vi
sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si
dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di
dimenticanza.”
Da un’intervista
di Oriana Fallaci a Totò pubblicata sulle pagine de L’Europeo nel 1963
Canzone del giorno: Instant Amnesia (2003) - Ringo Starr
Clicca e ascolta: Instant....