Non erano albanesi. Nessun movente etnico dietro la morte del
ragazzo di Alatri, smentendo quanto era stato prontamente ventilato da qualche
fonte facilona, oppure scientemente razzista. Cose di giovani maschi un poco
ubriachi, e molto alterati dal bisogno di dire "qui il capo sono io".
Nemmeno l’omertà di chi c’era, e non ha detto niente, è imputabile agli
albanesi. È omertà a maggioranza italiana: “prima gli italiani”, lo dice anche
lo slogan. La maggior parte delle nostre disgrazie, a partire dalle mafie, a
partire dall’opportunismo servile, è imputabile a noi stessi.
Vuol dire che tutti gli albanesi sono brava gente? No.
Vuol dire che tutti gli italiani sono disposti a fracassare la testa di un ragazzo? No. Vuol dire un’altra cosa: che le responsabilità, sempre e comunque, sono delle persone. Che i diritti e i doveri, sempre, sono delle persone. Che niente, in sede di logica come in sede di politica come in sede di diritto, è imputabile alle “razze” (che non esistono) o alle etnie, che invece esistono. Tutto è imputabile sempre e solo alle persone: il bene e il male, la dignità e l’ignobiltà, la virtù e la violenza. È un concetto che vale la pena ripetere fino allo sfinimento, fino alla noia. Perché da quel concetto dipende la democrazia, e più in esteso la nostra civiltà.
Michele Serra, L'Amaca (Repubblica - 29/3/2017)
Vuol dire che tutti gli albanesi sono brava gente? No.
Vuol dire che tutti gli italiani sono disposti a fracassare la testa di un ragazzo? No. Vuol dire un’altra cosa: che le responsabilità, sempre e comunque, sono delle persone. Che i diritti e i doveri, sempre, sono delle persone. Che niente, in sede di logica come in sede di politica come in sede di diritto, è imputabile alle “razze” (che non esistono) o alle etnie, che invece esistono. Tutto è imputabile sempre e solo alle persone: il bene e il male, la dignità e l’ignobiltà, la virtù e la violenza. È un concetto che vale la pena ripetere fino allo sfinimento, fino alla noia. Perché da quel concetto dipende la democrazia, e più in esteso la nostra civiltà.
Michele Serra, L'Amaca (Repubblica - 29/3/2017)