C'è un "Made in Italy" che gira il mondo ma non deve lamentare imitazioni e contraffazioni, che non è fonte di orgoglio ma di umiliazione per il nostro Paese. È la produzione abnorme di immondizia. Si accumula puzzolente e infetta lungo le strade, non rispetta ambienti naturali e città d’arte, alimenta le risse politiche. Mentre urgono problemi drammatici, come quelli che riguardano la sicurezza contro il terrorismo e l’immigrazione incontrollata, i partiti si rinfacciano storie di cassonetti, ecoballe, discariche.
Il tema è acuito dall’emergenza avvertita a Roma, con la quale deve confrontarsi la nuova sindaca, Virginia Raggi. Roma detiene il non invidiabile primato di essere la capitale più sporca del continente. Smaltisce poco più di un terzo delle 4700 tonnellate d’immondizia prodotte ogni giorno contro il 98 per cento delle altre metropoli europee. E ogni giorno 180 tir carichi di spazzatura prendono la strada di altre regioni italiane e di altre nazioni, generando costi immensi. (...) Il primo ministro Renzi si affanna a proclamare in ogni occasione, con il piglio veemente di un piazzista, che «l’Italia è un grande Paese». Ma basta a smentirlo lo spettacolo, offerto al mondo, di una capitale bruttata dai rifiuti che invadono perfino le ville e i parchi secolari (senza contare ciò che accade, rassegnatamente, come si trattasse di colore locale, in Sicilia e in Campania). Farebbe bene a smetterla di battersi per l’assegnazione delle Olimpiadi a Roma. Il vero traguardo da conseguire consisterebbe nel restituire alla città, in tempi accettabili, ben prima del 2024, la dignità che meritano la sua bellezza e la sua storia.