Spazio alla (solita) coerenza. Il Cavaliere era stato chiaro e conciso. Appena due mesi fa lo aveva dichiarato senza mezzi termini: "Io dicevo che i cinesi comunisti mangiavano i bambini: è vero, perché hanno avuto una grande carestia, i bambini morivano perché le donne non avevano latte, allora per sfamare gli altri figli li facevano bollire e li mangiavano. E io devo dargli il Milan?". Non sia mai! E, infatti, il presidente del Milan non poteva non rispettare i suoi antichi trascorsi come presidente politico quando amava dire tutto e il contrario di tutto. Oggi dichiaro la mia intransigenza, domani sono disponibile a cambiare idea, forte dell'antico adagio che "soltanto gli stupidi non cambiano mai opinione".
Mao Tse-Tung diceva anche che "solo gli stupidi sollevano pietre che poi ricadono sulle loro teste".... ma questo è un discorso che è meglio non approfondire. D'altronde il Cavaliere si è fatto "ricadere" in tasca ben 740 milioni che mettono a posto il suo mod.740 e poi, diventare "comunista", di questi tempi, che sarà mai ("solo gli stupidi ecc. ecc.).
L'affare è buono, i soldi non hanno odore e l'unico che potrebbe storcere un po' il naso è il milanista Salvini, non tanto perché i comunisti cinesi mettono i bambini in pentola, ma perché vai a spiegare ai tanti dei suoi che ci sono extracomunitari cattivi e cinesi (con i danè!) buoni.
L'importante è non perdersi d'animo. Salvini dice "Basta Euro", "Un'altra Europa è possibile".... e un altro Milan è possibile grazie alle banconote Yuan cinesi.
Poco più di un anno fa i cinesi avevano fatto il loro ingresso nel capitale della Pirelli e così il mite Salvini aveva commentato la notizia: "stiamo perdendo pezzi d'Italia, uno dopo l'altro. La colpa non è di tizio o di caio, ma da una situazione creata ad arte a Bruxelles e accettata a Roma. Una situazione che ci fa andare in malora".
Ma anche per il leader della Lega, oggi "Pechino val bene una messa".
Pirelli e l'Inter ai cinesi insieme a tantissimi altri "pezzi" italici fra i quali il Milan. Per il Cavaliere basta un attimo per sostituire la bandiera rossonera con quella "rossa". Gli affari sono affari e fu così che Berlusconi, non proprio a sua insaputa, diventò comunista. Non ci sono dubbi: questi comunisti ne sanno una più del diavolo ("rossonero").