Nelle grandi città la partita si è chiusa soltanto a Cagliari con la rielezione a sindaco di Massimo Zedda.
Negli altri 6 capoluoghi di Regione e nei 18 capoluogo di provincia dove si è votato, le urne si riapriranno fra due settimane e si vedrà chi riuscirà ad avere la meglio.
E poi ci sono i tanti piccoli e grandi comuni che hanno eletto o eleggeranno al ballottaggio il loro sindaco.
Più di 1.300 sindaci e assessori si ritroveranno ad affrontare (e a tentare di risolvere) nuovi e vecchi problemi ma, per dirla con Filippo Facci (Libero di sabato scorso), ben si sa che "... le casse comunali sono vuote, e ogni neo-sindaco passerà da propositi rivoluzionari all' impresa ben più ardua di pagare gli stipendi ai dipendenti, e garantire l' esistente come dei mezzi pubblici decenti, non troppe buche per strada, montagne di rifiuti che non oltrepassino le palazzine, e una percezione della microcriminalità (si dice così) che viaggi su binari diversi da quelli su cui giungono sempre nuovi immigrati.
Questo da una parte. Dall' altra ci sarà da smantellare (sostituire) qualche sacca clientelare negli assessorati e negli uffici tecnici, fare buon viso a qualche scandaletto bustarellaro che emergerà nel frattempo, naturalmente difendersi dalle accuse sempre più personali e insultanti delle opposizioni. Eccola qui la grande guerra per le Amministrative: nella migliore delle ipotesi si tradurrà nella conquista di un potere trascurabile (perché mancano i soldi) utile a piazzare un po' di gente o a portare a casa qualche affare,possibilmente lecito".
Difficile dargli torto.