Si diffondono paure ancestrali, analoghe a quelle vissute alla fine del primo millennio, quando si temeva il buio eterno all'indomani della sparizione improvvisa del sole dal cielo del mattino. Il timore del buio affianca i primi passi dell'uomo rendendoli da sempre incerti e insicuri. 1995 gli Stadio cantano "Pensi all'amore / pensando a me/ ti batte il cuore / dimmi perché / le paure che hai / i sogni incerti / non confonderti mai/ saran tuoi sempre". È' Ballando al buio, scritta da Gaetano Curreri e Bettina Baldassari. (...) Gli Stadio sono sempre quei musicisti con suoni e strumenti veri, arrivati ultimi nei festival di Sanremo degli Ottanta della musica finta. Insomma un gruppo di artisti concreti ad interpretare le incertezze di chi è costretto a misurarsi con il buio. Ballando al buio può essere metafora di tutto:di un amore impossibile, ma indispensabile da viversi. Dei sogni svaniti all'alba: loro amano il buio, alleato dei pensieri più luminosi. "Ti bacio piano / piccola mia / bacio il respiro / che porta via / le paure che hai / i sogni incerti / non li scorderò mai / saran per sempre / se ti stringo un po' di più / ballando al buio in silenzio / il tempo il tempo sorriderà / ballando al buio in silenzio / in silenzio...".
Umberto Broccoli - Storie (di) note (Sette - Corriere della Sera - 18/3/2016)