Impotenza strategica dell'Europa,
commozione per le tante vittime, paura per un nuovo attacco del jihadismo,
varie problematiche da risolvere sulla disponibilità all'integrazione delle
comunità musulmane.
Il dolore di Bruxelles ci
sottopone ad innumerevoli riflessioni.
A tutto ciò , inoltre, si
aggiungono le pecche della procura belga sotto accusa per la superficialità con
la quale ha condotto l'interrogatorio di Salah Abdeslam.
Ieri Gian Micalessin, su Il
Giornale, elencava i 10 principali errori delle forze di sicurezza belghe:
"Una sconcertante lista di errori e di falle all’interno di un apparato di
sicurezza già inadeguato a fronteggiare la minaccia terroristica. (...) ...un
Belgio che grazie alle sviste delle sue polizie e alle carenze delle sue
istituzioni ha permesso al supericercato Abdeslam Salah di restare latitante
per quattro mesi e di organizzare la struttura responsabile, dopo la sua
cattura, degli attentati di Bruxelles".
È veramente difficile comprendere
se il proliferare del terrorismo in Belgio si strettamente connesso alla sua
debole struttura statale (autorità di polizia frammentate, rivalità fra
fiamminghi e valloni). In ogni caso la lista di errori accumulata è davvero
impressionante: segnalazioni non adeguate, kamikaze rilasciati, irruzioni
fallite, perquisizioni non realizzate, mancato scambio d’informazioni. Per non
parlare poi delle falle nei servizi di sicurezza: “In virtù della struttura
federale del Belgio solo Bruxelles conta sei forze polizie che non comunicano
tra di loro. I servizi di sicurezza non hanno personale in grado di tradurre
l’arabo e non sono in grado d’infiltrare le organizzazioni terroriste. Come
dimostra la latitanza di Salah rimasto nascosto per quattro mesi in un
quartiere di soli 80mila abitanti”.
Inadeguatezza anche nei controlli negli aeroporti: "Un rapporto del Consiglio Europeo dello scorso 29 febbraio segnala l’inadeguatezza dei controlli di sicurezza dell’aeroporto di Bruxelles affidati a personale che trascura di controllare se tra i passeggeri provenienti da zone a rischio terrorismo vi siano dei sospetti inclusi nelle liste dell’Europol. Secondo i sindacati durante i test di sicurezza fino alla metà dei presunti ordigni non viene rilevato dagli addetti"
Inadeguatezza anche nei controlli negli aeroporti: "Un rapporto del Consiglio Europeo dello scorso 29 febbraio segnala l’inadeguatezza dei controlli di sicurezza dell’aeroporto di Bruxelles affidati a personale che trascura di controllare se tra i passeggeri provenienti da zone a rischio terrorismo vi siano dei sospetti inclusi nelle liste dell’Europol. Secondo i sindacati durante i test di sicurezza fino alla metà dei presunti ordigni non viene rilevato dagli addetti"
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I 10 errori delle forze di
sicurezza belghe
Una sconcertante lista di errori
e di falle all’interno di un apparato di sicurezza già inadeguato a
fronteggiare la minaccia terroristica. Ecco i dieci peccati capitali di un
Belgio che grazie alle sviste delle sue polizie e alle carenze delle sue
istituzioni ha permesso al supericercato Abdeslam Salah di restare latitante
per quattro mesi e di organizzare la struttura responsabile, dopo la sua
cattura, degli attentati di Bruxelles.
Alazioni
1) I KAMIKAZE RILASCIATI
Ibrahim Bakraoui, uno dei due
fratelli kamikaze autori degli attentati di martedì, viene fermato a giugno
dalle autorità turche mentre tenta di entrare in Siria ed estradato in Olanda.
Le autorità belghe dopo averlo ricevuto in consegna lo rilasciano sostenendo di
«non ravvisare legami con il terrorismo». Il fratello Khalid, fattosi saltare
in aria nella metropolitana, aveva a più riprese l’anno scorso violato i
termini della liberà condizionale, non presentandosi per quattro volte di fila
all’appuntamento con il suo supervisore giudiziario. Queste violazioni avrebbero
dovuto portare alla revoca immediata della condizionale, arrivata solo a
febbraio.
2) LA SOFFIATA ARCHIVIATA
Nel luglio 2014 una soffiata
della criminalità comune di Molenbeeek segnala che i due fratelli Ibrahim e
Salah Abdeslam, autori degli attentati di Parigi, si stanno radicalizzando,
progettano attacchi terroristici e sono in contatto con Abdelhamid Abaaoud il
futuro «comandante» delle stragi di Parigi che a quel tempo fa la spola tra
Siria e Belgio. Ma per Claude Fontaine, capo della polizia federale belga, le
informazioni risultano «troppo vaghe».
3) L’ARTIFICIERE MAI IDENTIFICATO
A settembre Najim Lachraoui,
l’artificiere del gruppo trasformatosi in kamikaze nell’attacco all’aeroporto
rientra in Belgio dalla Siria con un passaporto falso. Viaggia su una Mercedes
guidata da Salah che trasporta anche Mohammed Belkaid, il 35 enne algerino
ucciso nel covo di Forest la scorsa settimana. I tre vengono segnalati alla
frontiera ungherese il 9 settembre, ma le autorità belghe identificano
Lachraoui solo lunedì alla vigilia dell’attacco all’aeroporto
4) IL COVO IGNORATO
Secondo Bernard Clerfayt sindaco
del quartiere di Schaarbeek l’appartamento usato degli attentatori di Bruxelles
viene segnalato alla polizia da un vicino, che riferisce della presenza da tre
settimane di nuovi «strani» vicini di casa. Ma le autorità preferiscono non
intervenire.
5) L’IRRUZIONE FALLITA
Il 15 marzo la polizia fa
irruzione nel covo di Forest, ma si dimentica di chiudere le eventuali vie di
fuga dai tetti. Da lì scappano Abdeslam Saleh e l’artificiere Najim Lachraoui
mentre l’algerino Mohammed Belkaid si sacrifica per coprirne la fuga. L’arresto
dell’artificiere avrebbe permesso di evitare le stragi del martedì successivo.
6) I DETONATORI IGNORATI
Nonostante il ritrovamento nel
covo di Forest di numerosi detonatori che segnalavano la preparazione di nuovi
ordigni, le autorità non riescono a prevenire un attacco ad un obbiettivo tanto
prevedibile quanto simbolico come l’aeroporto.
7) IL DIVIETO DI PERQUISIZIONI
NOTTURNE
Come ammesso dal ministro della
giustizia Koen Geens due giorni dopo le stragi di Parigi, la polizia individua
l’appartamento in cui si nasconde Salah. Le leggi belghe vietano però di
disturbare il riposo dei sospetti delinquenti tra le 9 di sera e le 5 di
mattina. E così il mattino dopo Salah è già scomparso.
8) IL MANCATO SCAMBIO
D’INFORMAZIONI
Il Belgio grazie ad oltre 400
volontari partiti per la Siria a fronte di 11 milioni di abitanti è il paese
europeo con la più alta percentuale di combattenti jihadisti. Eppure prima
delle stragi di Parigi le sue autorità si son ben guardate dal bloccare le
partenze e dallo scambiare i dati dei sospetti terroristi con gli altri servizi
di sicurezza europei.
9) LE FALLE DEI SERVIZI DI
SICUREZZA
In virtù della struttura federale
del Belgio solo Bruxelles conta sei forze polizie che non comunicano tra di
loro. I servizi di sicurezza non hanno personale in grado di tradurre l’arabo e
non sono in grado d’infiltrare le organizzazioni terroriste. Come dimostra la
latitanza di Salah rimasto nascosto per quattro mesi in un quartiere di soli
80mila abitanti.
10) L’AEROPORTO SGUARNITO
Un rapporto del Consiglio Europeo
dello scorso 29 febbraio segnala l’inadeguatezza dei controlli di sicurezza
dell’aeroporto di Bruxelles affidati a personale che trascura di controllare se
tra i passeggeri provenienti da zone a rischio terrorismo vi siano dei sospetti
inclusi nelle liste dell’Europol. Secondo i sindacati durante i test di
sicurezza fino alla metà dei presunti ordigni non viene rilevato dagli addetti.
Il Giornale, 25 3 2016
Gian Micalessin