Quo Vado?
REGIA: Gennaro Nunziante
INTERPRETI: Luca Medici, Eleonora Giovanardi, Maurizio Micheli, Lino Banfi, Sonia Bergamasco
SCENEGGIATURA: Checco Zalone, Gennaro Nunziante
DURATA: 85'
USCITA:
REGIA: Gennaro Nunziante
INTERPRETI: Luca Medici, Eleonora Giovanardi, Maurizio Micheli, Lino Banfi, Sonia Bergamasco
SCENEGGIATURA: Checco Zalone, Gennaro Nunziante
DURATA: 85'
USCITA:
Quo Vado? è
il film italiano con il più alto incasso di sempre.
Le file
nelle sale e le casse stracolme dei botteghini non potevano che generare i
soliti e infiniti dibattiti.
Checco
Zalone è di destra o di sinistra? Qual è l’opinione degli intellettuali
nostrani sul film? Quali invidie scatena
negli ambienti cinematografici il grande successo del film? I “radical chic” si
turano il naso e lo vanno a vedere? Ecc. ecc. ecc…..
Al di fuori
di tali interminabili (e spesso vacue) discussioni, si può dire, concentrandosi
sugli 85 minuti cinematografici, che il prodotto finale appare ben congeniato
e, come più volte puntualizzato dal produttore Pietro Valsecchi, si tratta di
un film che non è stato scritto e sceneggiato in pochi giorni (che trattandosi
di un film comico è quanto dire!) ma rappresenta, invece, il frutto di due anni
di lavoro fra preparazione, scrittura e riprese.
Quo Vado? è
un prodotto ambizioso la cui ottima artigianalità si coglie sin da subito e sin
dalle prime risate in cui ci trascina l’impiegato pubblico Checco, ossessionato
dal traguardo del “posto fisso” fin da piccolo.
Grande merito
del film è di riuscire a fare concentrare lo spettatore sullo sviluppo della
storia. Più passano i minuti e più le gag di Checco si trasformano in battute
meno scontate. La “cattiveria” (e la “mediocrità”) tipica del protagonista è
sempre presente ma, stavolta, ha molti sprazzi di lucidità da commedia all’italiana
e, quindi, la sua “cafonaggine” ci porta su delicati territori adatti per riflettere
sul nostro sistema di vita e su tanti stereotipi nostrani.
La geniale
trovata di fare espatriare Checco nell’efficiente civiltà norvegese riesce a
rendere concreta quella contrapposizione (a volte triste) fra tante nazioni e l’illegalità
e inefficienza presente in Italia.
Si ride ma,
soprattutto, si sorride.