Matteo
Renzi e la ministra Marianna Madia ne hanno parlato per più di due ore in
Consiglio dei ministri.
D’altronde
il Presidente del Consiglio l’aveva già sostenuto qualche mese fa che «quella
della burocrazia è la madre di tutte le battaglie».
Cambiare
la pubblica amministrazione è sicuramente la battaglia più difficile e,
probabilmente, la più delicata che un governo possa affrontare.
Paolo
Baroni su La Stampa ci ricorda come “di riforme della Pa ne abbiamo viste già tante negli ultimi
vent’anni, alcune si sono rivelate inutili, altre hanno prodotto danni, altre
sono partite bene e poi si sono arenate nel ventre molle della macchina
pubblica. Nel frattempo costi e inefficienze sono finite sulla groppa di
cittadini e imprese. Anche per questo la sfida che Renzi si appresta a
lanciare è particolarmente difficile. E certamente anche molto popolare. Non a
caso mentre i sindacati, tutti, dai confederali all’Ugl sino a quelli dei
dirigenti, protestano per il mancato coinvolgimento, il presidente del
Consiglio usa pugno di ferro e guanto di velluto: annuncia che su tutta la
materia verrà effettuata una consultazione pubblica aperta a tutti, spiegando
poi che «la riforma non si fa contro la Pa ma coinvolgendo le persone,
sfidandole». Il suo obiettivo dichiarato è «beccare i fannulloni e farli
smettere e valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è
fannullone, incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio».
Popolare e populista in un colpo solo”.
La
questione è particolarmente insidiosa, anche perché si deve pur sempre
ricordare che non tutti i dipendenti pubblici possono definirsi “burocrati” e
il termine non appare del tutto adeguato quando si ha a che fare, ad
esempio, con magistrati, insegnanti o
forze dell’ordine.
Sicuramente
i tre milioni e passa di dipendenti pubblici oltre a non essere ben distribuiti,
si ritrovano spesso coinvolti in apparati “colapasta” che non hanno investito
in formazione ed efficienza.
Il Governo
ha deciso di diffondere le proprie intenzioni attraverso una lettera
indirizzata ai dipendenti pubblici che
si apre con un “Vogliamo fare sul serio”, per poi proseguire indicando le tre
linee guida (capitale umano, innovazione e tagli alle strutture non necessarie)
e suggerire 44 (quarantaquattro!) punti concreti sui quali concentrasi (dall’abolizione
della figura del segretario comunale fino all’obbligo di pubblicazione online
delle spese dei sindacati).
Matteo Renzi invita tutti i dipendenti pubblici (in una sorta
di consultazione online), a scrivere i
propri suggerimenti nella casella mail: rivoluzione@governo.it.
Il tutto dovrà avvenire dal 30 aprile al 30 maggio.
Un mese di tempo, dopodiché cosa ne verrà fuori (e con quali
risultati) ce lo potrà rivelare soltanto il prossimo futuro.
Canzone del giorno: Wind of Change (1972) - Peter Frampton
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