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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 2 maggio 2014

Statali

Matteo Renzi e la ministra Marianna Madia ne hanno parlato per più di due ore in Consiglio dei ministri.
D’altronde il Presidente del Consiglio l’aveva già sostenuto qualche mese fa che «quella della burocrazia è la madre di tutte le battaglie».
Cambiare la pubblica amministrazione è sicuramente la battaglia più difficile e, probabilmente, la più delicata che un governo possa affrontare.
Paolo Baroni su La Stampa ci ricorda come “di riforme della Pa ne abbiamo viste già tante negli ultimi vent’anni, alcune si sono rivelate inutili, altre hanno prodotto danni, altre sono partite bene e poi si sono arenate nel ventre molle della macchina pubblica. Nel frattempo costi e inefficienze sono finite sulla groppa di cittadini e imprese.  Anche per questo la sfida che Renzi si appresta a lanciare è particolarmente difficile. E certamente anche molto popolare. Non a caso mentre i sindacati, tutti, dai confederali all’Ugl sino a quelli dei dirigenti, protestano per il mancato coinvolgimento, il presidente del Consiglio usa pugno di ferro e guanto di velluto: annuncia che su tutta la materia verrà effettuata una consultazione pubblica aperta a tutti, spiegando poi che «la riforma non si fa contro la Pa ma coinvolgendo le persone, sfidandole». Il suo obiettivo dichiarato è «beccare i fannulloni e farli smettere e valorizzare i tanti non fannulloni dando un premio a chi non è fannullone, incentivando gli scatti di carriera e magari lo stipendio». Popolare e populista in un colpo solo”. 
La questione è particolarmente insidiosa, anche perché si deve pur sempre ricordare che non tutti i dipendenti pubblici possono definirsi “burocrati” e il termine non appare del tutto adeguato quando si ha a che fare, ad esempio,  con magistrati, insegnanti o forze dell’ordine.
Sicuramente i tre milioni e passa di dipendenti pubblici oltre a non essere ben distribuiti, si ritrovano spesso coinvolti in apparati “colapasta” che non hanno investito in formazione ed efficienza.
Il Governo ha deciso di diffondere le proprie intenzioni attraverso una lettera indirizzata ai dipendenti pubblici  che si apre con un “Vogliamo fare sul serio”, per poi proseguire indicando le tre linee guida (capitale umano, innovazione e tagli alle strutture non necessarie) e suggerire 44 (quarantaquattro!) punti concreti sui quali concentrasi (dall’abolizione della figura del segretario comunale fino all’obbligo di pubblicazione online delle spese dei sindacati).
Matteo Renzi invita tutti i dipendenti pubblici (in una sorta di consultazione online),  a scrivere i propri suggerimenti nella casella mail: rivoluzione@governo.it.
Il tutto dovrà avvenire dal 30 aprile al 30 maggio.
Un mese di tempo, dopodiché cosa ne verrà fuori (e con quali risultati) ce lo potrà rivelare soltanto il prossimo futuro.



Canzone del giorno:  Wind of Change (1972) - Peter Frampton
Clicca e ascolta: Wind....