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"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

giovedì 15 maggio 2014

Elogio del treno

Viva i treni, abbasso gli aerei, scrive Filippo Facci su Libero.
Il plauso è indirizzato ai mezzi su rotaie che percorrono la tratta Roma-Milano e, quindi, il riferimento è ai treni ad Alta velocità più che a quelli, squallidi e spesso sporchi, che collegano le mete della stragrande parte dei pendolari o le località del sud nostrano.
Una volta stabilita la differenza contestuale non si può che essere d'accordo con quanto nota l'editorialista: "Cinque anni fa Alitalia aveva il monopolio Linate-Fiumicino, e i biglietti, se presi al volo, costavano sui 400-500 euro, tanto che era la tratta più redditizia d’Europa; poi si è lentamente affermata l’Alta velocità di Frecciarossa con la teorica concorrenza di Italo: e sono bastati 5 anni. I passeggeri degli aerei sono diventati 1 milione a 400mila: la metà, a scendere. Nel 2008 i voli erano 70 al giorno, ora sono 38 e scenderanno ancora: e non perché gli aerei costino di più, anzi, spesso è vero il contrario (...). Ma non è questo a fare la differenza: il punto è che nel 2008 il 51% dei pendolari prendeva l’aereo, mentre il treno, oggi, si becca il 70% del traffico complessivo, lasciando agli aerei il 23. Appena c’è stata una concorrenza possibile, il ricatto degli aeroporti e dell’aereo - che imponeva l’unica possibilità per fare Milano-Roma in tempi decenti - tanta gente non l’ha voluto subire più".
Avevano ragione coloro che, alcuni anni fa, sostenevano  che i treni ad alta velocità avrebbero sbaragliato la concorrenza dell’aereo. Non bisogna, inoltre, dimenticare che i treni, normali o ad alta velocità che siano, sono molto più eco-compatibili degli aerei.
Filippo Facci si concentra principalmente sul senso di frustrazione che un aeroporto puó scatenare, con riferimento a liste d'attesa, ritardi e "l’imparagonabile sensazione d’impotenza quando ti lasciano a terra". Per non parlare poi dei riti durante la traversata: "E spegni il cellulare, e accendi il cellulare, scusi lei che numero ha, e caldo, freddo, ricaldo, puzze improvvise, senso di inscatolamento mentre sul treno avresti preso un salotto allo stesso prezzo, e le attese inspiegabili, i trolley incellofanati degli idioti, gente che al telefono maltratta le segretarie, un non-tempo, la morte del presente, il ricordo di quando la gente sbirciava dal finestrino anziché leggere Il Sole 24Ore. Viva i treni, abbasso gli aerei".



Canzone del giorno:  Night Train (1987) - Guns N' Roses
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