Viva i treni, abbasso gli
aerei, scrive Filippo Facci su Libero.
Il plauso è indirizzato ai mezzi su rotaie che percorrono la tratta Roma-Milano e, quindi, il riferimento è ai treni ad Alta velocità più che a quelli, squallidi e spesso sporchi, che collegano le mete della stragrande parte dei pendolari o le località del sud nostrano.
Una volta stabilita la differenza contestuale non si può che essere d'accordo con quanto nota l'editorialista: "Cinque anni fa Alitalia aveva il monopolio Linate-Fiumicino, e i biglietti, se presi al volo, costavano sui 400-500 euro, tanto che era la tratta più redditizia d’Europa; poi si è lentamente affermata l’Alta velocità di Frecciarossa con la teorica concorrenza di Italo: e sono bastati 5 anni. I passeggeri degli aerei sono diventati 1 milione a 400mila: la metà, a scendere. Nel 2008 i voli erano 70 al giorno, ora sono 38 e scenderanno ancora: e non perché gli aerei costino di più, anzi, spesso è vero il contrario (...). Ma non è questo a fare la differenza: il punto è che nel 2008 il 51% dei pendolari prendeva l’aereo, mentre il treno, oggi, si becca il 70% del traffico complessivo, lasciando agli aerei il 23. Appena c’è stata una concorrenza possibile, il ricatto degli aeroporti e dell’aereo - che imponeva l’unica possibilità per fare Milano-Roma in tempi decenti - tanta gente non l’ha voluto subire più".
Avevano ragione coloro che, alcuni anni fa, sostenevano che i treni ad alta velocità avrebbero sbaragliato la concorrenza dell’aereo. Non bisogna, inoltre, dimenticare che i treni, normali o ad alta velocità che siano, sono molto più eco-compatibili degli aerei.
Filippo Facci si concentra principalmente sul senso di frustrazione che un aeroporto puó scatenare, con riferimento a liste d'attesa, ritardi e "l’imparagonabile sensazione d’impotenza quando ti lasciano a terra". Per non parlare poi dei riti durante la traversata: "E spegni il cellulare, e accendi il cellulare, scusi lei che numero ha, e caldo, freddo, ricaldo, puzze improvvise, senso di inscatolamento mentre sul treno avresti preso un salotto allo stesso prezzo, e le attese inspiegabili, i trolley incellofanati degli idioti, gente che al telefono maltratta le segretarie, un non-tempo, la morte del presente, il ricordo di quando la gente sbirciava dal finestrino anziché leggere Il Sole 24Ore. Viva i treni, abbasso gli aerei".
Canzone del giorno: Night Train (1987) - Guns N' Roses
Clicca e ascolta: Night....
Il plauso è indirizzato ai mezzi su rotaie che percorrono la tratta Roma-Milano e, quindi, il riferimento è ai treni ad Alta velocità più che a quelli, squallidi e spesso sporchi, che collegano le mete della stragrande parte dei pendolari o le località del sud nostrano.
Una volta stabilita la differenza contestuale non si può che essere d'accordo con quanto nota l'editorialista: "Cinque anni fa Alitalia aveva il monopolio Linate-Fiumicino, e i biglietti, se presi al volo, costavano sui 400-500 euro, tanto che era la tratta più redditizia d’Europa; poi si è lentamente affermata l’Alta velocità di Frecciarossa con la teorica concorrenza di Italo: e sono bastati 5 anni. I passeggeri degli aerei sono diventati 1 milione a 400mila: la metà, a scendere. Nel 2008 i voli erano 70 al giorno, ora sono 38 e scenderanno ancora: e non perché gli aerei costino di più, anzi, spesso è vero il contrario (...). Ma non è questo a fare la differenza: il punto è che nel 2008 il 51% dei pendolari prendeva l’aereo, mentre il treno, oggi, si becca il 70% del traffico complessivo, lasciando agli aerei il 23. Appena c’è stata una concorrenza possibile, il ricatto degli aeroporti e dell’aereo - che imponeva l’unica possibilità per fare Milano-Roma in tempi decenti - tanta gente non l’ha voluto subire più".
Avevano ragione coloro che, alcuni anni fa, sostenevano che i treni ad alta velocità avrebbero sbaragliato la concorrenza dell’aereo. Non bisogna, inoltre, dimenticare che i treni, normali o ad alta velocità che siano, sono molto più eco-compatibili degli aerei.
Filippo Facci si concentra principalmente sul senso di frustrazione che un aeroporto puó scatenare, con riferimento a liste d'attesa, ritardi e "l’imparagonabile sensazione d’impotenza quando ti lasciano a terra". Per non parlare poi dei riti durante la traversata: "E spegni il cellulare, e accendi il cellulare, scusi lei che numero ha, e caldo, freddo, ricaldo, puzze improvvise, senso di inscatolamento mentre sul treno avresti preso un salotto allo stesso prezzo, e le attese inspiegabili, i trolley incellofanati degli idioti, gente che al telefono maltratta le segretarie, un non-tempo, la morte del presente, il ricordo di quando la gente sbirciava dal finestrino anziché leggere Il Sole 24Ore. Viva i treni, abbasso gli aerei".
Canzone del giorno: Night Train (1987) - Guns N' Roses
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