È assodato che la vicenda Alitalia
rappresenta una brutta (bruttissima) storia. Una storia tutta italiana.
Sul punto di fallire, si ritrova, ancora una volta, a "resuscitare". La soluzione trovata è quella di far intervenire le Poste Italiane con un bel gruzzolo di "soldini".
Ennesima operazione di salvataggio e non si riesce a capire se si stiamo assistendo a un nuovo spreco di risorse pubbliche. Sono tantissimi i commentatori che criticano l'operazione perché priva di logica industriale.
Il governo sostiene il nuovo piano, ma l'ingresso delle Poste è visto come un rientro dello Stato nella compagnia che salva la società ma anche i suoi vari azionisti che, come ben si sa, sono alcuni dei principali imprenditori italiani.
Scriveva qualche giorno fa Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi: "Alitalia poteva essere ceduta cinque anni fa, in condizioni migliori di come si possa sperare adesso. Per tenerla in vita durante tutto questo tempo, si sono sprecati 5 miliardi di euro e sono stati penalizzati i consumatori italiani perché, falsando le regole della concorrenza in nome dell’italianità̀, sono stati imposti, sulla rotta d’oro (Milano Linate-Roma Fiumicino), dei prezzi quattro o cinque volte superiori a quelli che sarebbero stati praticati se quella rotta non fosse stata blindata a favore della sola Alitalia".
Il costo pagato dagli italiani è altissimo e la mente va in tilt se si pensa che nel primo semestre dell'anno l'azienda è “riuscita” a perdere 1,6 milioni di euro al giorno (sì, proprio così, più di tre miliardi di vecchie lire al giorno!) e nei 5 anni della gestione CAI, Colanninno & C. sono andati in rosso di 1,13 miliardi.
Sul punto di fallire, si ritrova, ancora una volta, a "resuscitare". La soluzione trovata è quella di far intervenire le Poste Italiane con un bel gruzzolo di "soldini".
Ennesima operazione di salvataggio e non si riesce a capire se si stiamo assistendo a un nuovo spreco di risorse pubbliche. Sono tantissimi i commentatori che criticano l'operazione perché priva di logica industriale.
Il governo sostiene il nuovo piano, ma l'ingresso delle Poste è visto come un rientro dello Stato nella compagnia che salva la società ma anche i suoi vari azionisti che, come ben si sa, sono alcuni dei principali imprenditori italiani.
Scriveva qualche giorno fa Pierluigi Magnaschi su Italia Oggi: "Alitalia poteva essere ceduta cinque anni fa, in condizioni migliori di come si possa sperare adesso. Per tenerla in vita durante tutto questo tempo, si sono sprecati 5 miliardi di euro e sono stati penalizzati i consumatori italiani perché, falsando le regole della concorrenza in nome dell’italianità̀, sono stati imposti, sulla rotta d’oro (Milano Linate-Roma Fiumicino), dei prezzi quattro o cinque volte superiori a quelli che sarebbero stati praticati se quella rotta non fosse stata blindata a favore della sola Alitalia".
Il costo pagato dagli italiani è altissimo e la mente va in tilt se si pensa che nel primo semestre dell'anno l'azienda è “riuscita” a perdere 1,6 milioni di euro al giorno (sì, proprio così, più di tre miliardi di vecchie lire al giorno!) e nei 5 anni della gestione CAI, Colanninno & C. sono andati in rosso di 1,13 miliardi.
In attesa che Air France (principale
azionista dell’azienda con il 25% di capitale) decida o meno se mettere altri
soldi, agli occhi dei comuni mortali tutto sembra illogico e manifestamente “turbolento”.
Canzone del giorno: The Logical Song (1979) - Supertramp
Clicca e ascolta: The Logical....