nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 4 ottobre 2013

Lampedusa

Durante il giornale radio c'è chi dichiara di sentirsi "fortemente turbato per l'ennesima tragedia consumatasi a pochi metri dall'isola dei Conigli".
Eritrei, somali, ganesi, siriani.... Fuggono da guerre e carestie. Fuggono da dittature feroci e, quindi, non soltanto per problemi economici.

Bambini, donne e uomini si ritrovano, all'alba di ieri, stipati e schiacciati dentro un barcone di 20 metri. Non aspettano altro che toccare terra e in quel peschereccio sono in tanti. 500 esseri umani, secondo le prime stime. A poca distanza dalla costa, un incendio a bordo trasforma il veicolo in una trappola mortale e la tragedia diventa immane.
Nel corso del 2013 sono stati più di 200 i migranti morti nel Mediterraneo.
Si presume che, fra morti e dispersi, le vittime del naufragio di ieri mattina siano più di 200.
Un numero così imponente di morti amplifica ancor di più l'emergenza umanitaria. Una sommatoria che rende tutto più drammatico. Ma quanto durerà il nostro turbamento? Per quanto tempo riusciremo a restare interiormente agitati nel ricordo di una delle spiagge più belle del mondo le cui acque si sono trasformate in una grande piscina di acqua insanguinata?
Fino a quando non saremo capaci di trasformare i numeri dei morti in storie di uomini, donne e bimbi, il nostro turbamento (e quello dei cittadini europei) resterà sterile piagnucolamento.
Chi è costretto a fuggire dalla propria terra ha la stessa dignità di tutti noi che abbiamo avuto la fortuna di non nascere da quelle parti.  È necessario non dimenticarlo, naturalmente se questo pensiero non ci turba molto!



Canzone del giorno: Non è un film (2012) - Fiorella Mannoia (feat. Frankie HI-NRG)
Clicca e ascolta: Non è....