In attesa di sapere cosa accadrà, nel nostro Paese, il 30 luglio durante l'udienza Mediaset, faremo a meno, prima di arrivare alla data fatidica, del supporto e dei commenti dei talk show televisivi. Con l'estate gli italiani si allontanano dagli schermi casalinghi e un momento così cruciale (ma è poi veramente così cruciale?) della vita socio-politica nazionale non sarà accompagnato da dibattiti e sondaggi che normalmente caratterizzano tutti i palinsesti.
I talk show, frutto di mille polemiche, sono ritenuti, in taluni casi, diseducativi a causa del tenore del dibattito che producono, delle urla costanti, delle continue interruzioni.
In ogni caso, urla a parte, è sempre meglio trovarsi accerchiati dai talk show che abitare in un paese privo di dibattiti e confronti. A volte intrisi di ideologia, non sempre corretti, spesso scadenti, i talk rappresentano, pur sempre, una risorsa civile. Meglio non disprezzarli del tutto, anche se un bel po' di "disintossicazione" estiva non guasta, ricordando l'acuta differenziazione fra i generi che ha fatto, di recente, il critico Aldo Grasso: "i modelli del talk sono tre e di lì non si scappa: c’è quello «urlato», che si fonda sulla rissa, sui pregiudizi e su un conduttore demagogico; c’è quello più salottiero, che si fonda sullo scambio di opinioni e sulla grande presunzione che gli ospiti abbiano qualcosa da dire; c’è infine, ma è il più raro, quello di approfondimento, capace di trascinare lo spettatore in un percorso di conoscenza".
I talk show, frutto di mille polemiche, sono ritenuti, in taluni casi, diseducativi a causa del tenore del dibattito che producono, delle urla costanti, delle continue interruzioni.
In ogni caso, urla a parte, è sempre meglio trovarsi accerchiati dai talk show che abitare in un paese privo di dibattiti e confronti. A volte intrisi di ideologia, non sempre corretti, spesso scadenti, i talk rappresentano, pur sempre, una risorsa civile. Meglio non disprezzarli del tutto, anche se un bel po' di "disintossicazione" estiva non guasta, ricordando l'acuta differenziazione fra i generi che ha fatto, di recente, il critico Aldo Grasso: "i modelli del talk sono tre e di lì non si scappa: c’è quello «urlato», che si fonda sulla rissa, sui pregiudizi e su un conduttore demagogico; c’è quello più salottiero, che si fonda sullo scambio di opinioni e sulla grande presunzione che gli ospiti abbiano qualcosa da dire; c’è infine, ma è il più raro, quello di approfondimento, capace di trascinare lo spettatore in un percorso di conoscenza".
Canzone del giorno: Talk (2005) - Coldplay
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