Una
buona medicina contro la solitudine? Basta affidarsi alla nostalgia.
Più
si è predisposti a pensare positivamente al proprio passato e maggiore è la
possibilità di vincere solitudine e ansia.
Negli
Stati Uniti, addirittura, è stata creata, dopo tanti anni di ricerca, una scala
per misurare il proprio grado di nostalgia. John Tierney sul New York Times
(l'articolo è stato tradotto e pubblicato su Repubblica di domenica scorsa) ci
ricorda come sia stato "dimostrato che la nostalgia è un antidoto contro
la solitudine, la noia e l’ansia. Ci fa sentire più generosi nei confronti
degli estranei e più tolleranti verso gli outsider. Nelle giornate fredde, o in
ambienti freddi, il ricorso alla nostalgia ci riscalda. (...) Secondo quanto
rilevato dalla Scala di Southampton, gli individui che dimostrano un sano senso
di continuità del sé sono gli stessi che si abbandonano con maggiore frequenza
alla nostalgia. «La nostalgia svolge una funzione esistenziale fondamentale»,
afferma Clay Routledge dell’Università del North Dakota. «Fa riemergere alla
mente delle esperienze a noi care che ci rassicurano, ci fanno sentire
apprezzati e ci fanno apparire significativa la nostra esistenza".
La
nostalgia come risorsa. Come ci spiegano gli esperti affidarsi alla nostalgia
non significa necessariamente essere prigionieri del passato, ma sicuri di un
sentimento che non chiude la porta alla vita: "un modo positivo di
afferrare il senso della caducità della vita che, come affermava Freud, non
rende una rosa meno bella per il solo fatto che è destinata a sfiorire. La
nostalgia è questo sentimento della bellezza della vita che sa conservarsi
nonostante sia destinato ad essere corrotto dalla caducità fatale del
tempo".