Sarà pure
una crisi di sistema, ma dai "nuovi" parlamentari ci saremmo
aspettati una maggiore dose di vigore. Certo il pre-esploratore Bersani non
sprizza grandissima energia (come scrive stamani, su Libero, Maurizio Belpietro:
"È ufficiale Bersani è lì a pettinare le bambole"), però c'è da dire
che anche i cittadini-cinquestelle rischiano di far sfumare, giorno dopo
giorno, la loro iniziale vivacità.
Non si
può pensare di diventare il "pungolo" di chi governa se, a oggi, non
esiste nessuna possibilità che un Governo venga alla luce. Serve responsabilità
e, naturalmente, la giusta energia. Come ha scritto qualche settimana fa il
sociologo Giuseppe De Rita: "Senza vigore non si campa e non si vince. E
se uno non ce l’ha, non se lo può dare (...). Del resto senza vigore
nessun soggetto (pontefice, curia, conferenze episcopali, partiti, leader
politici, istituzioni, ecc.) può pensare di affrontare il travaglio del
«riposizionamento», unica strategia per sopravvivere e riprendere a crescere.
Per riposizionarsi serve anzitutto intelligente conoscenza e accettazione della
realtà, anche quando essa a prima vista non piace; e serve soprattutto
cambiare, differire da se stessi, «esporsi all’altro della vita» come dice
Derrida".
È
necessario uno sforzo concreto per affrontare il travaglio del
riposizionamento: "È difficile capire se la combinazione
vigore-intelligenza-riposizionamento sia nelle fibre della nostra società e
della nostra classe dirigente. Se non c’è, occorre augurarsi ed impegnarsi
perché essa si affermi".
Canzone del giorno: Mettici più verve (2010) - Simona Molinari
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