Il web, in sostanza, prima immagazzina le nostre
ricerche fatte di gusti, curiosità, interessi, esigenze e, subito dopo, a ogni
successiva connessione veniamo indirizzati verso delle risposte-informazioni
adeguate ai nostri gusti.
Se due diversi soggetti, infatti, inseriscono in
un motore di ricerca la medesima parola alla fine, otterranno dei risultati di
ricerca diversi.
A prima vista tutto ciò potrebbe non apparire per
niente grave ma secondo Eli Pariser, famoso guru americano esperto del mondo
delle comunicazioni, il processo appena descritto ci rende meno aperti al
dialogo e ci orienta (e costringe!) a vedere soltanto ciò che ci vogliono far
vedere e con la tendenza a farci ignorare tutto il resto.
Nel libro “Il
filtro. Quello che Internet ci nasconde” (Saggiatore), Pariser esamina gli
effetti collaterali di un sistema così congeniato che ci fa leggere soltanto le
notizie che a noi piacciono, in pratica una forma di «auto-propaganda invisibile
che ci indottrina con le nostre stesse idee».
Il tutto a discapito del pluralismo.
Eli Pariser la definisce Bolla del filtro, ossia una condizione nella quale si affermano
soltanto le notizie gradevoli, attinenti ai nostri interessi e conformi alle nostre
convinzioni.
Servizi su misura per noi internauti che non ci
rendiamo conto di questa forma di influenza suggestiva.
Un ostacolo alla pluralità delle informazioni che
limita la nostra visione del mondo.
Canzone del giorno: Under The Influence (2006) - James Morrison
Clicca e ascolta: Under....