Cala il sipario sui Giochi Olimpici di Londra.
Medaglie, vittorie, successi e tante sconfitte (e sconfitti!).
C’est la vite, potrebbe azzardare a
dire qualcuno.
Per tantissimi atleti un’intensa fatica che non si è potuta tradurre in un
risultato concreto e vincente.
In una società iper-competitiva non sempre i valori sportivi
coinvolgono tutti in modo positivo.
L’importante è partecipare e in automatico bisognerebbe togliersi il
cappello dinanzi a chi è riuscito a ottenere un migliore risultato.
E invece… Vincere, Vincere,
Vincere.
Non sono gli altri che sono stati più bravi (preparati, in migliore
condizione atletica…) di te, ma sei tu che sei non riuscito a vincere. Il resto
conta pochissimo!
Le statistiche ci ricordano che tra coloro che praticano discipline
sportive addirittura sette su dieci, fanno ricorso a sostanze (lecite o non che
siano) per favorire la propria prestazione.
A volte si tratta di sostanze legali, di cui spesso si abusa (anti-infiammatori.
Integratori, proteine, vitamine), altre volte l’ossessione della vittoria a
tutti i costi (e la mancanza di equilibrio di tanti adulti) trascinano gli
atleti più giovani verso l’assunzione di stupefacenti che devastano la persona.
Quanto accaduto ad Alex Schwazer è
molto triste ma è figlio della cultura del vincere.
Alle Olimpiadi di Pechino, nel 2008, Schwazer riuscì a vincere la medaglia d’oro nella 50 Km di
marcia, stabilendo, inoltre, il record olimpico.
Poi iniziano gli anni di preparazione ai Giochi di Londra e l’allenamento
per il campione diventa un vero e proprio incubo: «A Pechino ero sereno. Ho vinto per quello. Mi ero
allenato tanto ed ero pulitissimo, avevo i valori del sangue di un anemico. Dopo
è iniziato l' incubo. Nell'allenarsi per i 50 km non c' è gioia, nel mio sport
non c' è piacere, nello svegliarsi la mattina per uscire e marciare per ore c'
è solo tanta fatica e tanta solitudine. Lo dicevo a mia mamma. "Non ce la
faccio più ad alzarmi così presto". La verità è che a un certo punto avrei
voluto un' altra vita, un altro lavoro, poter vedere di più la mia fidanzata...».
La paura di fallire si trasforma in un vortice di fiale e di droga che si
traduce, alla resa dei conti, nell’ennesima solitudine dello sconfitto.
Canzone del giorno: Solitude (2005) - Dianne Reeves
Clicca e ascolta: Solitude....