nuovigiorni

"L’orrore di quel momento”, continuò il Re, “non lo dimenticherò mai, mai!”. “Si, invece”, disse la Regina, “se non ne avrete una traccia scritta".

Lewis Carroll, Attraverso lo specchio (1871)

venerdì 18 settembre 2015

Colosseo

La notizia è la seguente: ieri sono rimasti chiusi, per più di due ore, i siti archeologici più importanti di Roma.
Cancelli chiusi al Colosseo per assemblea sindacale dei lavoratori e turisti allibiti (molti imbufaliti) davanti al cartello che avvisava la momentanea (e lunga) interruzione degli accessi.
Polemiche a mai finire e posizioni contrastanti. Governo contro sindacati. Equivoci e rivendicazioni. File di turisti stranieri che non capiscono e regolamentazioni non sempre facili da digerire.
Camillo Langone su Il Foglio spiazza tutti  e,  dinanzi a un copione che si ripete, sforna una sua riflessione controcorrente: Sappiano i romani cosa significa vivere come gli italiani, ossia in comuni senza un soldo. Il Colosseo e altri siti archeologici di Roma sono rimasti chiusi qualche ora per assemblea sindacale: embè? Il Colosseo è lì da duemila anni, ci sarà anche domani e anche domani permetterà ad albergatori e ristoratori della capitale di essere costosi e scortesi e scadenti come sempre. Ci si preoccupi piuttosto di come sono ridotti i musei del resto d’Italia. Dal Veneto alla Puglia io quest’estate ho visto dei gran portoni chiusi: chiusi i musei comunali, perché i comuni non possono più pagare i guardiani, chiusi i musei diocesani, perché le diocesi spendono tutto in misericordia e niente in memoria, chiusi i musei delle fondazioni, perché gli sponsor si sono estinti. A Rimini il museo era aperto ma il personale sembrava, per colore della pelle e conoscenza della lingua, appena sbarcato (forse gli italiani laureati in storia dell’arte pretendono di essere pagati, chissà). Invece a Rovigo un cartello rimandava la riapertura a data da destinarsi. Al culmine di questo viaggio nella mia terra desolata mi sono sentito come Eustachio da Matera, uomo di un secolo antico eppure analogo: “Piango il destino delle città d’Italia, e la rovina del mondo”. Che poi non capisco la smania plebea di visitare il Colosseo, l’anfiteatro romano è un luogo di morte mentre nella pinacoteca rodigina è conservata la Venere del Mabuse, tettine tonde e culo grosso, insomma la vita”.


Canzone del giorno:  I Just Wanna Stop (1978) - Gino Vannelli
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