L'Espresso è ritornato sul delicato argomento delle vetture senza
polizza che circolano nel nostro paese.
La percentuale di auto, camion e moto che viaggiano senza copertura assicurativa, ė aumentata in modo esageratamente progressivo. A Milano, ad esempio, ogni cinque veicoli fermati dalla polizia, uno non risulta assicurato e c'è da scommettere che il dato è ancora più preoccupante nel resto della penisola.
La quota é quasi raddoppiata nel corso degli ultimi due anni e non si tratta soltanto di persone sprovvedute o dei sempre presenti farabutti di ogni risma che "decidono di fare i furbi e osare con l’ultima evoluzione del mercato della contraffazione: si procurano contratti falsi, per ingannare altri automobilisti in caso d’incidenti o spesso beffare anche i controlli".
Sono sempre più numerosi, infatti, coloro che rischiano poiché non possono permettersi economicamente di rinnovare il tagliando: “La recessione fa crollare il numero di immatricolazioni, ma le polizze diminuiscono in proporzione ancora più alta. E non è solo questione di falsi o pirati: molti lasciano la vettura ferma nel parcheggio perché non possono più fronteggiare le spese”.
Le stime dell’Aci sono veramente preoccupanti: per le nostre strade e autostrade si muovono 3 milioni di vetture senza polizza! Ogni 12 auto si ritiene che una di queste sia sprovvista di contratto assicurativo.
Sono necessari (e improrogabili) dei rigidi provvedimenti e delle variazioni del codice della strada che permettano un maggiore controllo della regolarità assicurativa degli autoveicoli in circolazione.
L’inchiesta di Michele Sasso evidenzia la gravità delle conseguenze: “spesso chi non è in regola scappa dopo aver provocato un incidente. Sono 21 mila gli indennizzi del Fondo di garanzia per le vittime della strada causati da veicoli senza copertura: un aumento del 40 per cento in 12 mesi. Il danno economico di chi non paga è un danno per tutti, soprattutto per gli automobilisti in regola che con la loro polizza assorbono anche i costi dei non assicurati”.
La percentuale di auto, camion e moto che viaggiano senza copertura assicurativa, ė aumentata in modo esageratamente progressivo. A Milano, ad esempio, ogni cinque veicoli fermati dalla polizia, uno non risulta assicurato e c'è da scommettere che il dato è ancora più preoccupante nel resto della penisola.
La quota é quasi raddoppiata nel corso degli ultimi due anni e non si tratta soltanto di persone sprovvedute o dei sempre presenti farabutti di ogni risma che "decidono di fare i furbi e osare con l’ultima evoluzione del mercato della contraffazione: si procurano contratti falsi, per ingannare altri automobilisti in caso d’incidenti o spesso beffare anche i controlli".
Sono sempre più numerosi, infatti, coloro che rischiano poiché non possono permettersi economicamente di rinnovare il tagliando: “La recessione fa crollare il numero di immatricolazioni, ma le polizze diminuiscono in proporzione ancora più alta. E non è solo questione di falsi o pirati: molti lasciano la vettura ferma nel parcheggio perché non possono più fronteggiare le spese”.
Le stime dell’Aci sono veramente preoccupanti: per le nostre strade e autostrade si muovono 3 milioni di vetture senza polizza! Ogni 12 auto si ritiene che una di queste sia sprovvista di contratto assicurativo.
Sono necessari (e improrogabili) dei rigidi provvedimenti e delle variazioni del codice della strada che permettano un maggiore controllo della regolarità assicurativa degli autoveicoli in circolazione.
L’inchiesta di Michele Sasso evidenzia la gravità delle conseguenze: “spesso chi non è in regola scappa dopo aver provocato un incidente. Sono 21 mila gli indennizzi del Fondo di garanzia per le vittime della strada causati da veicoli senza copertura: un aumento del 40 per cento in 12 mesi. Il danno economico di chi non paga è un danno per tutti, soprattutto per gli automobilisti in regola che con la loro polizza assorbono anche i costi dei non assicurati”.
Bisogna ricordare, inoltre, che le polizze vigenti nel nostro paese sono le più
costose d’Europa: il doppio rispetto a Francia e Portogallo mentre superano
quelle tedesche dell’80 per cento.